Pesca in Apnea: L'Attrezzatura del Capitano®

    Poche uscite, poca esperienza in merito... insomma, il Capitano® è un vero principiante della caccia in apnea! 
Bene, ma allora perchè creare una pagina tecnica, come questa, per descrivere la propria attrezzatura? Costui ne capirà qualcosa di pesca con la canna, ma col fucile costui non sa ancora sparare bene...
Motivo semplicissimo, è la semplice voglia di confrontarmi, anche se solo idealmente, con chi passerà di qua e, magari, sentirà la voglia di scrivermi per commentare qualcosa... La voglia insomma di far conoscere qualcosina della mia nuova passione... ;-)

 

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    Coltello
Ho scelto il Cressi Killer, un modello che mi era stato presentato come un classico sempre valido da molti anni, dal buon rapporto qualità/prezzo. Di dimensioni compatte, non volendo la scimitarra che farà tanto Rambo, ma poi è poco maneggevole e di scarsa utilità. Lo giudico molto valido per la forma della lama, efficace per diversi usi, il filo ben lavorato che per ora dimostra anche una buona tenuta, l'impugnatura semplice ma ergonomica, il terminale in metallo che può fungere da martello ed il fodero con classico ed efficacissimo fermo ad elastico. Lo indosso alla cintura, a sinistra, per poterlo impugnare agevolmente e rapidamente con la mano destra. Ad oggi nessun difetto...

Nota: dopo ogni pescata, lo lavo per bene, smontandolo, asciugandolo perfettamente e passando la lama con un poco di grasso al silicone. In caso contrario, l'acciaio potrebbe arrugginire malamente o quantomeno perdere rapidamente il filo!

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    Cintura
cintura gomma nylonDopo i test iniziali con la cinturaccia in cordura da snorkeling, sono inevitabilmente passato ad una Seac elastica, con fibbia nera in nylon. In ogni caso, la cintura in gomma risulta estremamente più stabile rispetto a quella in cordura, a maggior ragione se messa a contatto con il neoprene liscio.

Sempre alla ricerca della perfezione (triste destino...) ho provato una cintura elastica Mares, con la caratteristica di avere la cinta in gomma zigrinata e non liscia. Bene, nell'uso questa cintura si è dimostrata ancora migliore rispetto alla Seac essendo più elastica della precedente: regge benissimo il peso della zavorra senza deformarsi eccessivamente ma aderisce ancor meglio al bacino, garantendo un comfort ed una stabilità in discesa molto superiori!

In alternativa, per le pescate invernali che richiedono molto peso in acque bassissime, ho provato 2 cinture, alla Dapiran per intenderci: una posizionata bassa sul bacino, una poco più in alto in vita. E' una buona soluzione che però può creare problemi di spostamento della zavorra se non si solidarizzano le cinture col metodo sotto esposto.

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   Cintura doppia fai-da-te
La cintura doppia si è dimostrata comoda ed efficace per distribuire al meglio la piombatura ed evitare fastidi alla schiena. Tuttavia, la cintura superiore presentava il difetto di salire troppo in vita, disturbando la ventilazione e richiedendo continui aggiustamenti. Ho quindi preso spunto da una realizzazione di Giorgio Dapiran, in particolare la sua cosiddetta "cintura sadomaso" e da una versione fai-da-te dell'utente zio frank del forum di pescasubacquea.net che potete vedere QUI.

Ecco la mia soluzione... ammetto quindi di aver camminato su vere e proprie spalle di giganti... ;-) Fatto sta che la soluzione adottata di unire le 2 cinture con un ritaglio di camera d'aria di camion, si è dimostrata ottima! Distribuzione del peso efficace per le diverse tipologie di assetto (agguato in 2 metri d'acqua o aspetti a 6-7 m), suddivisione del peso su un'ampia porzione di dorso e  bacino (niente mal di schiena!!!), possibilità di inserire dei piombi anche in zona centrale, stabilità in ogni condizione e posizione di pesca, anche nei tuffi più verticali!

 

Unico difetto: la cintura superiore mi intralcia comunque un pò la ventilazione, motivo per cui alla fine son tornato alla cintura singola...

 

 

   Schienalino Fai-da-te
Subito dopo la prima uscita a pesca con la muta intera da 5 mm mi son convinto dell'assoluta utilità di uno schienalino, per aumentare la pesata, senza gravare troppo le vertebre lombari e allo stesso tempo poter ottenere un assetto perfettamente orizzontale.

Mi sono quindi creato uno schienalino casalingo, fondendo del piombo in una vecchia padella, usata sia come crogiuolo che come stampo. Per indossarlo ho poi utilizzato due lacci lunghi, "alla Dapiran", uno da far passare sopra le spalle e fissare anteriormente alla cintura di zavorra, uno da fissare sempre ai piombi della cintura di zavorra, ma dietro la schiena.

Potete leggere QUA i dettagli di come l'ho realizzato. ;-)

Questo primo schienalino "a costo zero" ha svolto egregiamente il suo compito, tanto che ha contribuito alla cattura del Super-Branzino, col vantaggio di esser semplice, economico e di nessun intralcio alla ventilazione (nessuno spallaccio o cinghia a vincolare torace o addome). Si è anche dimostrato stabile e comodo sulle scapole, grazie al foglio di neoprene spaccato incollato sulla faccia interna. Aveva tuttavia il piccolo difetto di costringere un poco il busto in verticale... da qui la decisione di provare uno schienalino classico.

 

   Schienalino Teknodiver
Dopo i primi test con questo schienalino in neoprene foderato, posso dire di esserne pienamente soddisfatto!!! Dopo aver ben tarato in mare la lunghezza dell'elastico con relativo galleggiante, che uso per fermarlo sotto la cintura, durante le capovolte, me lo son goduto davvero!

Pregi: innanzitutto il prezzo, assolutamente accessibile, rispetto ai consimili, lo rende giustamente economico. Poi la fattura curata: l'interno degli spallacci è rivestito in plush e quindi, anche sulle mute liscie come la mia, lo rende silenziosissimo in acqua, non genera attriti o rumori di sfregamento molesti per i pesci. Il taglio è ottimo e lo rende comodo ed aderente da indossare. Per intenderci, gli spallacci sono davvero ben sagomati e decisamente più "tridimensionali" ed anatomici, rispetto a modelli all'apparenza simili. Anche la conformazione della parte dorsale dello schienalino non crea alcun fastidio o intralcio, ne ai movimenti, ne alla respirazione. In pratica, una volta che è stato ben regolato l'elastico di bloccaggio sulla schiena, per le capovolte, lo schienalino è come non averlo, non lo si sente più! Poi, ultimo dettaglio davvero ben riuscito, le tasche interne, porta piombi: presenta infatti 6 tasche, suddivise in "2 colonne e 3 righe"... in questo modo, non ci sono piombi al centro, che possano infastidire le vertebre. Parallelamente le tasche accettano sia piombi in piastra che quelli ben più diffusi ed economici da cintura. Giocando quindi con piombi da 0,5 ed 1 kg, da poter alloggiare in ben 6 tasche, si può distribuire il peso al meglio in lungo ed in largo sulla schiena. Risultato: comfort e personalizzazione flessibile della pesata e dell'assetto ai massimi livelli.

Difetti: il prodotto è ottimo a mio parere, ma per raggiungere l'eccellenza, avrei aggiunto (e non è detto che non provvederò col fai-da-te...) due bei sganci rapidi con relativi tiretti di regolazione sugli spallacci...

 

   Boa standard Cressi Sub
Per più di un anno, come boa segna sub ho usato con estrema soddisfazione il classico pallone bianco/rosso, nella sua versione più semplice ed economica ed anche quella più conosciuta e quindi riconoscibile per i già troppo distratti diportisti... Con un paio di moschettoni e relative cimette sotto l'anello di traino, ci si può anche appendere qualcosa, tipo un cavetto portapesci, un piombo di scorta etc. Ma senza esagerare, per non render difficile poi il traino della boa stessa.

Pregi: prezzo bassissimo, semplice, riconoscibile facilmente da tutti in mare e ben visibile grazie al contrasto rosso/bianco e alla bandierina gonfiabile, sempre ben aperta. Si gonfia e sgonfia all'istante, non ocupando alcuno spazio, ne per lo stivaggio, ne durante eventuali trasferimenti a piedi sul luogo di pesca.

Difetti: Non ci si può portare dietro troppa attrezzatura di scorta. Già il fucile, appeso in verticale al di sotto, risulta troppo vulnerabile in caso di urti con le scogliere.

 

   Boa Mares Apnea
Intravista, tra l'altro da mia moglie, su uno scaffale del fido negozio sub "Bazar Spiaggia" di Bussana (IM), in pochi istanti ho capito che l'era del pallone per me era finita! ;-)

Da sempre infatti ho sentito la necessità di una plancetta, per poter eventualmente tener appeso, ma in orizzontale, un secondo fucile, ma soprattutto per poter trasportare in qualche modo una bottiglietta per l'acqua dolce, un elastico di scorta, gli eventuali sandali usati per camminare sulle rocce...

Tuttavia una plancetta rigida mal si coniugava con la cronica carenza di spazio nei gavoni di Moby Dick, per cui l'ho sempre evitata. Anche le plancette pseudo-gonfiabili, tipo la Omer Atoll, per me avevano il difetto della doppia camera che en avrebbe reso macchinoso gonfiarle e sgonfiarle ad ogni pescata.

Bene questo perfetto incrocio tra una boa ed una plancetta, credo prenda il meglio di ogni soluzione... eccone i dettagli!

Pregi: prezzo bassissimo, paragonabile a quello di una semplice boa. Grande forza di galleggiamento, permette di appoggiarsi ed abbandonarsi completamente per riposarsi. La tasca superiore può contenere in totale sicurezza, diversi oggetti. Ha infatti una chiusura molto stabile, unita ad un anello interno a ciu fissare un elastico di sicurezza, un moschettone e cimetta, per trattenere gli oggetti contenuti. Inferiormente presenta 5 anelli, di cui uno centrale di traino e 4 utilizzabili ad esempio per allineare due fucili longitudinalmente. E' molto visibile, sia per il corpo massiccio arancione fluo, sia per la classicissima bandierina gonfiabile bianco-rossa. La forma allungata e dal fondo piatto la rende molto scorrevole sull'acqua (molto di più, rispetto ad una semplice boa , per intenderci), anche se caricata da una bottiglietta piena e altri oggetti. Si gonfia e sgonfia al volo, in pochi secondi. Nei tragitti a piedi, non ha peso proprio e sgonfiata non occupa quasi alcun spazio. Molto più stabile sull'acqua, rispetto al classico e semplice siluro. Con l'aggiunta di un piccolo pesetto, sotto il punto di traino, è impossibile ribaltarla!

Difetti: immagino prima di tutto la robustezza... in caso di urti con rocce taglienti o uso poco accorto a terra, possa cedere, al contrario di prodotti con teli di rinforzo esterni. Non ha poi le capacità di carico incredibili tipiche delle plancette più ipertrofiche. E, sempre in raffronto ad una plancetta rigida, questa offre una maggior superficie al vento, pur se inferiore rispetto alla classica boa a pallone.

 

   Guanti estivi in tessuto spalmato
Quando la temperatura dell'acqua lo permette, oltre ad indossare dei pantaloni da 3 mm al posto dei più ingombranti 5 mm, passo anche ai guanti leggeri. Niente neoprene, bensì tessuto, a filatura continua, senza cuciture e una spalmatura per proteggere palmo e dita da urti e graffi leggeri e garantire un buon grip, nell'appoggio sulle rocce e per l'impugnatura del fucile. Si possono trovare modelli molto leggeri ed ultra sensibili, con spalmatura in poliuretano nera, oppure altri con una gommatura molto più grippante e più protettiva, in gomma nitrilica grigio chiara, che garantiscono comunque una sensibilità ed un comfort invidiabili!

In ogni caso, una volta indossati questi guanti nella stagione estiva, è poi un piccolo trauma tornare ai classici guanti in neoprene, che garantiranno si un buon isolamento, ma annullano quasi totalmente la sensibilità delle dita...

Pregi: prezzo bassissimo, irrisorio, 1,50 / 2,00€ al paio! Sensibilità altissima, ottimo grip coi modelli in nitrile.

Difetti: la protezione dai ricci di mare è scarsina, bisogna prestare una certa attenzione a dove si mettono le mani... i modelli in poliuretano si usurano abbastanza in fretta, ma dato il costo irrisorio, non credo che questo sia un vero e proprio difetto! Quelli in nitrile sono comunque molto più resistenti. Ma soprattutto, il principale difetto a mio parere, l'ho riscontrato nel caricare elastici particolarmente "tirati" come quelli che meglio rendono sui fucili C4. Con un 17.5 di diametro, tagliato al 380-400%, lo sforzo di caricamento è notevole e la presa offerta dai modelli leggeri, spalmati in poliuretano è decisamente insufficiente. Migliori quelli in nitrile, ma la soluzione migliore è ricorrere ad un modello in dyneema antitaglio, con gommatura spessa, oppure ad un paio di guanti con plamo in similpelle sintetica e dorso in leggro neoprene da 1.5-2 mm.

Modifiche

Ho trovato i guanti in poliuretano nella livrea grigio/nera, ottima in caccia. I modelli in nitrile invece, solitamente sono in tessuto bianco con spalmatura grigio chiara, davvero troppo visibili in certe condizioni o con pesci molto sospettosi o nervosi... personalmente ho tinto questi guanti con chiazze chiaro-scure, per renderne la sagoma meno evidente.

 

   Borsone stagno Seac Sub U-Boot
L'occasione per l'acquisto di questo borsone si è presentata alla vigilia del Primo Meeting del forum/portale www.pescasubacquea.net organizzato per il ponte del primo maggio 2009, nei dintorni di Olbia. Un bel borsone, ampio, molto lungo per accogliere al meglio le lunghe pinne da apnea, robusto e soprattutto stagno almeno nella sua parte inferiore per non allagare il bagagliaio della fida station wagon, era quello che cercavo. Ho analizzato i modelli di Cressi, Omer & Co. ma il Seac U-Boot ne è risultato vincente, per la lunghezza superiore alla concorrenza (certi modelli, dichiarati adatti alle pinne da apnea, si son dimostrati al limite già per le dimensioni delle Cressi 2000HF, figuriamoci poi per le GFT in carbonio ancora più lunghe!) e per il rapporto qualità prezzo. ;-) Personalmente sfrutto molto anche il tappo inferiore di scarico, che permette un comodo lavaggio dell'attrezzatura con l'acqua dolce, lasciandola direttamente nel borsone e svuotando poi l'acqua dal fondo.

Pregi: lunghezza superiore alla media, davvero adatto ad ospitare le più lunghe pinne in carbonio, ottima capienza generale, permette di stivarci con comodo la muta, eventuali bermuda, sottomuta ed altra attrezzatura, senza comprimere e rovinare i rispettivi neoprene. Ottima tenuta stagna delle giunture, termosaldate.

Difetti: la cerniera, in origine stagna, ha una guarnizione di tenuta molto delicata. Dopo poche passate del cursore, perde la totale tenuta stessa all'acqua, ma gli ampi risvolti permettono comunque una buona protezione da pioggia e spruzzi, in caso di uso sul gommone. La posizione superiore della cerniera, consente comunque di riempire totalmente il borsone d'acqua per i lavaggi, senza perdite. Mancanza di un fondo più o meno rigido.

Modifiche

Con un foglio di poliuretano alveolare leggero (pochi centesimi, in  cartoleria), ho creato un fondo, con tanto di spondine alte 2-3 cm, perfettamente combaciante con il fondo rettangolare del borsone. Inserito all'interno questo rinforzo, ne permette un uso più pratico, mantenedone la forma anche con poco materiale inserito e ne rinforza l'interno stesso, in caso di trasporto di materiale rigido che potrebbe usurare il fondo del borsone.

 

   Attrezzatura complementare
Chiudo con i calzari, dei Cressi da 3 mm con fodera esterna, grip plantare e spalmatura metallica interna, per avere calore e comfort pur senza esagerare con gli spessori. A gennaio-febbraio e marzo, nei periodi più freddi, ho poi optato per calzari Rofos da 5 mm con caviglia esterna in liscio, per sigillare meglio la sovrapposizione dei pantaloni. I guanti sono invece dei Mares Ultrastretch sempre da 3 mm, bifoderati. Alle soglie dell'estate e in autunno invece uso con estrema soddsifazione i guanti Tribord GLV 520, con dorso in neoprene 2 mm e palmo in similpelle. Rinforzi ben fatti dove serve e ottima sensibilità. Anche loro son stati mimetizzati, assieme allo schienalino e ai guanti Mares con la tecnica usata per le pinne, visibile >>QUA<<. Cavetto portapesci autocostruito, usando il classico spillone inox con foro centrale, cavetto inox rivestito di nylon e manicotti in alluminio, prelevati dalla cassetta per il Big Game... ;-)

                

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