"Solo" 12 Giorni in Mare: Porquerolles e Les Îles de Lérin
Vacanze in Costa Azzurra - 10 => 23 agosto 2011
Seconda ed ultima parte: Pampelonne, Lérins e rientro
Questa sopra è la localizzazione dell'itinerario che abbiamo percorso; clikkandoci, vi rimanda all'ottimo sito www.youposition.it per i dettagli della crociera.
19 Agosto
Lasciamo la baia De la Courtade dopo le 9 e ci accorgiamo subito del buon numero di barche che si son già messe in movimento... In particolare il traffico nautico si intensifica ovviamente all'imboccatura della baia di Port-Cros. Un caso in particolare: noto uno Jeanneau 34 bandiera francese che sbucando alle nostre spalle, sopraggiunge di gran carriera (un pò troppo visto che stiamo impegnando il canale di accesso alle banchine di Port-Cros... Aspetto che diminuisca il gas, ma nulla da fare. Lui al timone e lei a prua, fanno finta di non vederci, sguardo in avanti per non incrociare il nostro. Sono vicini, sempre più vicini. Ci affiancano a spron battuto, ci sorpassano a sinsitra, proprio emntre noi dovremmo virare a sisnistra per entrare tra le due banchine, ma hanno troppo slancio, nella foga di negarci la nostra sacrosanta precedenza. Vogliono infatti raggiungere a tutti i costi un posto libero in banchina a fianco di rpesunti amici che glie lo stanno indicando. GLi grido della precedenza da dare a destra e sopraggiungendo da poppa, ma i due se ne fregano e continuano la loro manovra come niente fosse. Non ci vedo più!!! Tengo gas, mentre stavolta son loro che devono fermarsi e virare a sinsitra. Loro gridano qualcosa, io calmo e tranquillo li sperono!!!! Appoggio deciso la Delta sulla loro poppa, al giardinetto e tengo gas spingendoli. Mentre Ombretta sfodera una serie di insulti in francese Quebequoise, io sottolineo le precedenze in mare in inglese. Loro osano pure urlare, sbraitare e ci danno dei malati, noi gli diamo dei malati loro, cafoni incompetenti e stupidi. Dopo essermi sincerato con sadico piacere di un certo rumore di ferraglia su un loro candeliere, posso ben fare retro, fregandomene di quel maledettissimo posto in banchina, che se lo tengano ora!
Liberiamo con calma il canale e controlliamo uno spiazzo di sabbia appena dopo Pointe de la Pomme D'Or. Ma mentre manovro non posso non riflettere sul degenerare continuo dei diportisti: ormai le regole di precedenza non esistono più, come tutti se ne fregano delle norme di buon comportamento, ormeggio, ancoraggio, navigazione. Siamo arrivati, con la nautica per tutti, alla normale prassi automobilisitica: ognuno fa quel cavolo che vuole, si prende le precedenze che più gli fanno comodo, senza un briciolo di rispetto reciproco. Anche il mare ormai è terra di conquista per il cafone! E non si può più ascrivere tale degenerazione solo ai motoristi, ormai anche i "velisti" ci son caduti in pieno...
Visto che dopo 3 tentativi, la sabbia in oggetto si dimostra di tenuta pressochè nulla (anche rifacendo più volte l'ancoraggio con tutte le cautele del caso, alla prova della retromarcia ariamo beatamente), non me la sento affatto di passar qua la notte! Le previsioni parlano di un nuovo F5-6 da SO e in questa posizione l'Ile Du Bagaud ci proteggerebbe solo in parte. Con scogliera rocciosa a poche decien di m in poppa. No bueno! E altri posti liberi non c ene sono, troppe barche alla fonda. E' tardi, a quest'ora nessuno alscerà più il posto occupato, chi c'è resta, ma preferisco tentar la sorte all'Ansa di Port-Man perfettamente riparata dal SO che pian piano si sta alzando già ora. Peccato, addio snorkeling al percorso subacqueo illustrato! Addio meravigliosi fondali di Port-Cros... non credo avremo modo di tornarci i prossimi giorni visto l'andazzo e il tempo ferie ormai in scadenza. Se vogliamo provare a far tappa alle isole Lerins, prioritarie a questo punto, meglio far rotta ad Est.
Ovviamente anche l'Ansa di Port-Man si rivelerà affollatissima, senza un buco libero.
Traversato il Passe des Grottes, passiamo per puro scrupolo di fronte a L'Aygade, sul lato Ovest dell'Ile du Levant: nessun posto libero protetto, anzi, molte barche sono ancorate in piena esposizione al vento e mare che stanno pian piano formandosi nei punti più esposti. Contenti loro... noi decidiamo rapidamente: al di al dei programmi, possiamo solo dire addio alle isole Hyérés e puntare decisi ad Est. Le Lérins son troppo lontane, ci arriveremmo col buio e io mai passerei una notte dando ancora su un fondale sconosciuto, al buio e senza aver controllato la stessa. Però, strada facendo avevo notato qualche insenatura in zona Cap Landier. Puntiamo li la rotta e si vedrà.
Trasferimento noiosissimo! Il vento da SO, pur se in cosntante aumento, ci si piazza inevitabilmente in piena poppa(sembra sempre una barzelletta...) e solo raramente riesco ad angolare un pò la prua per poter aprire il fiocco e farlo portare un poco. L'apparente è comunque scarsissimo, al limite del nulla...
La Baie de Briande risulta scarsamente riparata e pure affollata. La successiva baia De Bon-Porte è meglio ridossata ma strapiena. Nulla da fare...
Nel frattempo il vento si fa deciso e l'onda in piena poppa aumenta, corta e ripida. Conto sull'enorme baia di Pampelonne che si apre alla nostra sinsitra appena passato Cap Camarat. A questo punto, appena viro di 90° ci è ben chiara l'entità del vento apparente: Lady Blues sbanda di colpo decisa e tenta di partire all'orza, scollego il timone automatico e prendo in mano la ruota, preferisco, mentre le sartie fischiano forte. Scarrello per quel poco che posso la randa (mannaggia al trastino inutile!), la svento in parte mollando la scotta ma senza farla fileggiare (tra poco diamo ancora, inutile prender ora una mano) e tutto va meglio. Giusto il tempo di avanzare un pò in direzione N, tra raffiche cattive e irregolari, con sollievo constatiamo lo spazio immenso a nostra disposizione, le pochissime barche in rada e la fantastica regolarità del fondale sabbioso. Possiamo avvicinarci molto alla spiaggia, fino al limite dei gavitelli di interdizione. Giù la randa (San Lazy Bag!, avvolto il fiocco in un attimo, Ombretta da ancora sui 5.5 m, il vento ci fa arretrare veloci, distendendo la catena, sento che l'ancora scivola parecchio, ma poi finalmente fa testa. A questo punto retro dolce per farla affondare, poi test deciso a tutta. Il vento a tratti è gagliardo e soprattutto molto rafficato, arrivando da terra. Insisto quindi per sicurezza con la prova in retro. Tutto ok. Mi tuffo, raccolgo lo scheletro di un bianchissimo spatangio (riccio asimmetrico di sabbia) per Ombretta e controllo la lunghissima scia in scivolata della delta che però ora è ben piantata ed affossata. Con oltre 30 mt di catena dell'8 dovremmo dormir tranquilli.
Che colore l'acqua attorno! Nella baia di Pampelonne siamo davvero in pochi, qualche superyacht, pochissime barche a vela, tutti ben distanti. Bello, mi piace, non me lo sarei prorpio aspettato da quella che è la baia più famosa attorno a Saint Tropez, per di più in una serata di vento forte da SO che la rende un buon riparo. La notte ci disturberà solo in parte la musica dei locali notturni in piaggia, comunque lontani. Dormiremo bene.
20 agosto
Mattinata calma, nella notte il vento è calato del tutto. Colazione di rito, quindi salpiamo l'ancora e lasciamo la baia di Pampelonne non senza averne percorso tutta la spaiggia, ammirandone gli immensi ed elegantissimi stabilimenti balneari, dotati davvero di tutti i comfort (altro che sdraio ed ombrelloni stipati come da noi!), alternati giustamente ad ampissimi tratti di spiaggia libera. Un altro mondo il godimento del mare in Francia!
Con calma ed indolenza (non c'è un filo d'aria e non voglio stressarmi col motore ad alti giri) percorriamo lentamente le 23 miglia che ci separano dal canale tra le isole Lérins. Al nostro arrivo, la situazione è sconsolante! Motoscafi ovunque alla frenetica ricerca di un buco in cui gettare l'ancora, barche a vela e a motore affastellate in una maniera assurda, oltre ogni ragionevole precauzione... 4 m di fondo? Nessun problema: 5-6 m di catena e via! Non si gira sull'ancora e si evita di andare addosso al vicino. Caldo, sole, tante, troppe barche, vocio e rumore di motori. Man mano che ci addentriamo nel canale, la ressa, l'affollamento aumentano a dismisura. Siamo shockati... ammetto, la tentazione di mandare tutto e tutti a quel paese, è forte, fortissima. Solo il desiderio di provare a dormire qui la notte, cosa mai fatta in anni di tentativi, ci trattiene e ci fa proseguire nella ricerca di un minimo tratto appetibile. Capisco che dovrò adattarmi malamente... Poco dopo il Port des Moines addocchiamo una piccola superficie di mare libera, con un accenno di fondale chiaro e sabbioso sottostante! Non me la lascio scappare! Infilo Lady Blues tra le altre barche, al minimo, fermo la prua al limitare della chiazza chiara, Ombretta cala l'ancora, son circa 4 m di fondo, do retro, ma la prova di tenuta, appena do gas, fallisce. Rifacciamo e questa volta la retro anche allegra tiene. Siamo troppo vicini ad una barca a motore alla nostra dritta, per i miei gusti, ma nessuno sembra condividere le mie apprensioni. Distanze risibili e tantissime barche all'ancora sulla posidonia... Le previsioni sono ok, ma non oso immaginare cosa accadrebbe qua dentro in caso di rinforso improvviso del vento! Comunque, ci godiamo un bellissimo bagno.
L'acqua finalmente è un pò meno gelida rispetto a quella sorbita a Porquerolles: vedere il tridata in consolle e il Suunto D4 al polso indicare 22-23 gradi è quasi un sogno! Un solo motivo di sconcerto: trovo l'ancora completamente fuori dal fondo che non è sabbia come credevamo, bensì uno strano feltro compatto, di sabbia durissima tenuta assieme da fibre vegetali... La Delta tiene solo perchè l'apice del vomere è impuntato sotto un impercettibile gradino! Così non si dorme! Ma per fortuna nostra, appena arriva il tardo pomeriggio, constatiamo con estremo piacere il previsto fuggi fuggi dei diportisti e riusciamo a cambiare l'ormeggio anche se di soli pochi metri. Per brutto che sia, meglio dare ancora sulla posidonia (la Delta buca abbastanza bene i rizomi al contrario delle varie Danforth/Brittany/Fortress o bruce che siano) piuttosto che su quell'infido feltrone. Segue un aperitivo spettacolare, una cena a base di gustosissimi speck e uova in padella e un dopo cena davvero piecevolissimo in pozzetto (anche l'aria sta cominciando a scaldare, finalmente con temperature degne del mese di agosto). Unico molestissimo detaglio, la barca a noi vicina, che spudoratamente griglia a tutto andare carne e pesce sul magma di bordo... invidia, fortissima invidia!!!
21 agosto
Ebbene si, questa volta ci è andata bene! Nonostante la folla di diportisti siamo risusciti a trovare un posto nel canale e dormire alle Lérins come programmato. Tra l'altro, complice il meteo pienamente assicurato, senza nemmeno troppe apprensioni notturne. Con le nostre abitudini risparmiose, copriamo tranquillamente i prossimi 2 giorni di sosta prevista, con l'acqua che abbiamo nel serbatorio, la cambusa è ok, godiamoci quindi le tanto agognate Lérins!!! Ci svegliamo rilassati, pronti per visitare l'isola di Saint Hnorat, sede di una attiva comunità monastica. Sbarchiamo per le 10 di mattina al piccolo approdo e macchine fotografiche in pugno, ci dedichiamo a perlustrare l'isola ed ammirare la splendida abbazia cistercense, il monastero fortificato, i resti delle fortificazioni napoleoniche, l'aspra costa rivolta a sud e la sempre affascinante vegetazione mdterranea.
In giornata, bagni, letture e relax, col solito goduriosissimo aperitivo al tramonto. Peccato solo per un lontanissimo mega yacht (fuori dal canale...) che per sfoggiare una falsa eleganza che non gli appartiene, diffonde musica lirica a volumi folli, inimmaginabili...
Per fortuna il dopo cena è ben più tranquillo: ce ne stiamo sdraiati in pozzetto a chiacchierare, osservar le stelle e goderci questa calda aria estiva, arrivata troppo tardi a fine vacanze... Sono momenti che vorresti non finissero mai, quando ti godi certe serate e nottate in rada, in barca!
Quando sarebbe il momento di andar a pisoccare in cuccetta, ci troviamo un pò rattristati e soprattutto molto accaldati. E chi ha voglia di andar a dormire così? "Ho troppo caldo... così non dormo... io mi butto in mare!" dico ad Ombretta. Tanto il serbatorio è ancora a livelli alti, possiamo permetterci bagni e docce in tutta tranquillità! 3, 2, 1... tuffo! Che spettacolo! Buio ovunque, acqua tiepida e nera e tutto attorno a me un incredibile brillar di plancton! Una luminescenza verde freddo, mai vista neanche alle Maldive! Davvero, una quantità di plancton luminescente assolutamente sbalorditiva!!! Grido ad Ombretta di correre a guardare e, manco a dirlo, in un attimo è in acqua anche lei! Osservare le nostre scie luminose è a dir poco uno spettacolo che ci lascia senza fiato... e in pochi sitanti sentiamo i tonfi dei tuffi provenienti dalle altre barche attorno. Siamo tutti in acqua a goderci questo bagno notturno irripetibile. "Pensa se non avessi deciso di buttarmi, cosa ci saremmo persi?!?". :-D
22 agosto
Dopo Saint Honorat, è il momento di visitare Sainte Marguerite! Lasciamo Lady Blues e Zarina tranquille all'ancora ed attraversiamo il canale col tenderino.
Via a scarpinare per sterrati, sempre rigorosamente in infradito! Da vedere assolutamente lo stagno di Batéguier, le coste davvero bellissime, con scorci da cartolina, i boschi maestori, la macchia, il Fort Royal con la cinta muraria estesissima. Non è mancato l'incontro felino per tradire la nostra miciotta sola ed abbandonata...
Dopo l'ampia scarpinata, bagno spettacolare in un angolo paradisiaco del canale, dove l'acqua cristallina e la sabbia chiarissima creano colori e riflessi ammalianti!
Nel pomeriggio arriva invece il momento dell'attività apneistica: col tenderino raggiungiamo alcuni scogli affiornati oltre l'isolotto di Saint-Ferréol. Ombretta si dedica alla caccia fotografica, io Mr Iron in pugno, alla ricerca dei dentici!
E subito, dal primo tuffo, su una bella caduta che da roccia passa alla posidonia, alternata a rari massi, sui 12 m avvisto il primo branco. Piccoli, troppo, cerco di portarli a tiro per "allenamento" ma senza voler affatto sparare. Mi sposto un pò fuori e riprovo sui 14 mt. Stesso risultato. Non fosse che tra i denticiotti piccini arriva una bella orata! Ma è molto timorosa. Provo a nascondermi e riapparire, facendo "il polpo" ma non riesco a farla avvicinare più di tanto. Lei accenna ad allontanarsi e a quel punto provo il tiro della disperazione... inevitabile padella! Scendo sui 15-16 mt ma a quel punto, la caldissima acqua precedente, di colpo si fa fresca e non vedo muoversi più nulla. Risalgo a quote più "calde" ma trovo solo saraghid a lasciar crescere e salpe. Solo ad un certo punto, nascosto da sotto una roccia, mi sfugge via a velocità curvatura un cefalo discreto. Anche questa pescata quasi serale è destinata a concludersi con un cappotto... :-( Avrà più fortuna Ombretta, che riesce a catturare bellissime immagini con la sua Nikon compatta scafandrata. Gran consolazione, come già notato ieri notte, l'acqua: il mitico Suunto mi mostra la spaziale temperatura di ben 27°! Stare a mollo finalmente è diventato un piacere, non una tortura... peccato sia l'ultimo giorno di crociera, domani saremo purtroppo di nuovo ad Aregai... Raggiungo Ombretta, qualche foto di rito assieme e rientriamo in barca per il rito dell'aperitivo e di una gustosissima cena a base di breasola.
E' un pò presto, rispetto al solito, ma vogliamo cenar con calma un pò prima, per partire con ancora un filo di luce. Al tramonto chiudiamo il nostro adorato tendalino protettivo (lo apprezziamo tanto per l'umidità notturna che per il sole di giorno), check della barca, su l'ancora e molto ma molto malvolentieri accendiamo il motore e salpiamo l'ancora. Sfiliamo all'uscita Est del canale tra le isole proprio con gli ultimi aranciati riverberi, l'aria immobile, il mare piatto, le luci delle mede che si riflettono sulla sua superficie immobile.
Comincia la tratta di rientro, dopo cap D'Antibes una rotta dritta su Aregai. Scarsità di vento, per quel poco, sempre (l'areste mai detto?!?) sul muso. Tre sole distrazioni: un "segnale" di rete, senza alcuna luce, mi passa poco di lato, schivato per caso e solo per un soffio (fosse finito nell'elica!!!), un probabile delfino nella baia di Nizza decide di attentare alle mie coronarie, saltando quasi attaccato al pozzetto, creando un tonfo che momenti mi fa morir dallo spavento! Poi, dal baione di Nizza a cap ferrat, un accenno di tramontana al traverso. E' il mio turno e gioco un pò con le vele, arrivando ad abbassare parecchio i giri motore, senza però poterlo mai spegnere del tutto. Quando il vento potrebbe esser utile a veleggiare per intensità, Murphy vuole che si piazzi di bolina prima stretta, poi strettissima. Io sono in quadrato a riposare, per il turno di Ombretta di guardia in pozzetto, mentre sento i tonfi della prua sull'onda corta. Crollod al sonno appena la bolina si fa meno rognosa...
23 agosto
L'alba ci vede all'altezza di Arma di Taggia, circondati da vari pescherecci. Ma in Italia non era in vigore il fermo biologico di due mesi, dal primo d'agosto a fine dicembre?!? Misteri italioti e magie di una lobby tanto dannosa quanto potente, cieca, becera e scriteriata...
Entriamo ad Aregai con un sole basso ma che già scalda a dismisura: saranno i prossimi i giorni dei record di caldo. Passarli in porto sarà un supplizio. Non fosse che Lady Blues è ottimamente coibentata (strano, un Bavaria ben fatto?!?), ottimamente dotata di oblò apribili e passi d'uomo e che noi abbiamo avuto la giusta intuizione. Pur se stanchi per i turni notturni, dopo una corroborante colazione al bar del porto, passiamo dal magazzino Uship per cercare, e per fortuna trovare, una sacca a vento da applicare alla cuccetta di prua. Sarà il nostro fantastico "condizionatore" ecologico per i prossimi giorni!
Dormita per il resto della mattinata e accurata pulizie degli interni (alla fonda, col vento, l'atmosfera salmastra si deposita su ogni superficie), unita ad un sommario risciacquo dal sale per gli esterni, nel pomeriggio. La sera, Lady Blues è già di nuovo luccicante e profumata.
24 e 25 agosto
Parola d'ordine: mare!!! Per due giorni, ormeggiamo Lady Blues in rada, tra Aregai e San Lorenzo e alle letture e relax in pozzetto, alterniamo tuffi, bagni, nuotate ed evoluzioni in apnea.
26, 27 e 28 agosto
Poco da dire: bella e piacevolissima veleggiata il 26, alternando relax in rada, bagni e snorkeling, il modo giusto per concludere le ferie! Sempre supportati da un anticiclone proprompente che ha concluso il mese di agosto con giornate e nottate all'insegna del gran sole e del gran caldo.
Tutto bene quindi, non fosse altro che per il senso sempre maggiore di sconforto per la fine, sempre traumatica, delle vacanze estive... come si fa, sensatamente, dopo aver passato giornate di totale libertà in mare, scendendo sulla terra ferma solo in caso di necessità o desiderio, a rientrare nel folle turbine della vita terragnola, fatta di obblighi, orari, imposizioni, caos, traffico, automobili, case, strade e rumori?!?
Sto cercando ancora la giusta risposta...
Per ora, limitiamoci ad immaginare, fantasticare e sognare sulla prossima crociera estiva 2012!!! ;-)
Tappe precedenti:
Capt. Simon, Ombretta & Zarina
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