Ferie 2008: Costa Azzurra , Porquerolles e Aregai

Costa Azzurra, 3 - 14 Agosto 2008

Mi trovo a scrivere questa pagina di resoconto sulle ferie 2008, con oltre un anno di ritardo... poche parole quindi, cercherò di esprimere le emozioni che certi luoghici hanno suscitato più con le fotografie che con le frasi scritte... Tra l'altro, se in precedenza le foto son sempre state opera della pur fidatissima semi-compatta Nikon Coolpix 5000, da quest'anno ci affidiamo ad una ben più efficiente reflex Nikon D80, che pur non essendo una professionale pura, ben si distingue dalle "solite" reflex entry level. Meriterebbe fotografi alla sua altezza, ben più dotati di noi, ma Ombretta si sta applicando per abbinare il suo grande senso dell'inquadratura ad una buona tecnica. Seguiteci anche nei prossimi resoconti, credo lo apprezzerete voi stessi! ;-)

Che dire sui primi giorni? Partiamo assieme agli amici che già avevano condiviso con noi le ferie 2007, Fausto, la moglie Elisa e la figlia Valeria, sulla loro splendida vela Isis. Per le ferie ci siamo proposti due mete: la prima irrinunciabile è l'isola di Porquerolles, la più grande delle isole Hyères, che l'anno scorso non siamo risusciti a raggiungere, rallentati e bloccati troppe volte dal mistral.  Vorremmo arrivare il più presto possibile, facendo meno tappe possibili. Raggiunta e visitata a dovere Porquerolles, ad Eolo e Poseidone piacendo, l'idea sarebbe di proseguire, fino ai famosi calanchi di Marsiglia, a Cassis.

Prevediamo quindi un'unica tappa, a metà rotta tra Aregai e Porquerolles, al già conosciuto ed ospitale marina di Santa Lucia a Saint-Raphael.

clikka sulle anteprime x ingrandire le foto

     

Da sinistra: passiamo la bella rada di Agay, una vela all'orizzonte, eccoci appena ormeggiati al tranquillo ed accogliente marina di Santa Lucia di Saint-Raphael.

Il giorno successivo i nostri piani prevederebbero un tappone unico, partenza di prima mattina ed arrivo diretto a Porquerolles nel tardo pomeriggio. Ma non sappiamo che Eolo, inizialmente assopito, ha altri programmi... partiamo con leggera brezza in poppa. Per fortuna, nonostante l'autopilota in azione, il buon Capitano vigila, scrutando regolarmente l'orizzonte.

  

Da sinistra: Ombretta al timone tranquilla, all'uscita da Santa Lucia, ignara di ciò che ci attenderà a beve. In effetti, l'atmosfera qualcosa lo farebbe anche presagire...

 

Mentre Ombretta dormicchia tranquilla in pozzetto, mi accorgo che alcune vele all'orizzonte avanti a noi, passano in un istante dalla posizione perfettamente verticale, ad una straiata da bolina selvaggia! Con calma ritiro la canna da traina, libero il pozzetto, prendo una mano, avvolgo a metà il genoa 150%, controllo l'orizzonte e vedo le vele sempre sdraiate. Si nota anche il mare che delinea il forte vento in arrivo. Per scrupolo preparo pure la seconda mano... a questo punto sveglio Ombretta e le annuncio il valzer in arrivo. Neanche il tempo di dirlo e passiamo da 5-6 nodi in poppa, da E-NE, a 25-30 dritti in prua, da W-SW! In poco tempo ci rendiamo conto che è impossibile bolinare su queste onde cortissime e ripide... giù tutto e motore. :-(

Per radio Fausto ci annuncia di aver rotto il genoa, è costretto a ripiegare su Cavalaire, dove gli unici posti liberi sono al campo boe. Vista la nostra inesperienza nel prender la boa, a maggior ragione con un tal vento, magari rischiando danni alle altre barche attorno, decidiamo di sorbirci queste secchiate d'acqua in faccia proseguendo per Le Lavandou. Anche considerando la velocità dimezzata e i maggiori sforzi del motore, dovremmo avere gasolio più che a sufficienza.

Al marina di Le Lavandou date le condizioni meteo, ovviamente non troviamo posto, ma in Capitaneria si dimostrano cortesi e disponibili, dandoci un posto proprio alla banchina della Capitaneria! Ottimo, non correremo il rischio di sorbirci tutto il caos notturno patito qui l'estate scorsa. Inutile dire che questa botta di vento, ci ferma anche per tutto il giorno successivo. Giusto in tempo per provare l'emozione di sentir esplodere a poche decine di metri da noi un cabinato con entrobordo benzina, ormeggiato alla banchina carburante!!! =:-O Imbarcazione aperta in due come un panino, armatori solo graffiati, ma in completo stato di shock.

Da parte nostra, rimaniamo sempre più shokkati dai prezzi in libera ascesa del marina. Probabilmente la località balneare sta sfruttando un pò troppo la notorietà data dalla residenza estiva della famiglia Bruni... :-/

    

   

Al marina di Le Lavandou ne approfittiamo per rilassarci a dovere, ma noi, in confronto alla nostra pelosa Zarina, siamo proprio dei dilettanti! ;-)

 

        

Il centro di Le Lavandou si presta a piacevoli passeggiate notturne.

 

Il giorno successivo, rapido trasferimento a Proquerolles.

     

Avvicinandoci alle isole Hyères ci godiamo splendide viste di scogliere naturali, sospese e quiete armosfere marine, finché il rumore della frizione del mulinello Shimano ci annuncia che per cena ci sarà bonito freschissimo! ;-)

 

Una volta arrivati a Porquerolles, dobbiamo constatare, dopo 2 ore di attesa, l'assenza di posti nel marina del paese. Per pura fortuna Ombretta riesce ad ottenere l'ultimo ormeggio disponibile, anche se solo alla banchina provvisoria galleggiante, senza acqua dolce e senza corrente. Si potrà riprovare la sorte per un post migliore nei giorni successivi, sempre mettendosi in coda alla capitaneria. Provvederà di volta in volta Ombretta. In ogni caso, i primi due giorni scorrono piacevolissimi, tra visitine diurne e notturne al paesino di Porquerolles e bagni meravigliosi. Unica scocciatura, qualche accensione del motore per tenere su di tono le batterie...

  

Il marina di Proquerolles, comunque ordinato e piacevole.

 

  

La tipica chiesetta nella piazza sterrata del paese, vista di giorno e di notte.

 

     

Il mare della spiaggia de la Courtade, immediatamente adiacente al marina si dimostra subito splendidamente cristallino.

 

     

E la sera, ad una cert'ora, preparativi di rito per l'aperitivo in pozzetto, godendosi direttamente questi splendidi scorci pseudo-tropicali.

Il terzo giorno sull'isola, abbiamo in programma una bella scorrazzata in MTB. Abbiamo visto che i prezzi dei noleggi sono abbordabilissimi e i mezzi di buon livello, tutti ammortizzati, con buone selle e telai molto spesso di gran pregio (Scott, Specialized etc.). Visitiamo il faro, i frutteti e il cimitero in centro all'isola, quindi puntiamo sulla costa Sud, per visitare il piccolo calanco noto come L'Oustaou-de-Diou, poi via verso la costa Nord Est e la famosissima spiaggia di Notre-Dame. In ogni caso il Mistral, ci ha regalato cieli limpidi e mare di un blu irreale...

 

     

Pronti a pedalare e ad immergerci subito nei panorami selvaggi della costa sud.

     

Ecco il faro, le coltivazioni e il mulino, nel cuore dell'isola.

 

     

Dal forte di Sainte-Agathe ci godiamo viste spettacolari e scorgiamo "Moby Dick" riparato al marina.

 

     

Eccoci in pausa panino al calanque de l'Oustaou-de-Diou.

 

     

Il Mistral picchia duro per la gioia di noi fotografi dilettanti; alcuni diportisti hanno trovato questo idilliaco rifugio!

 

  

Ecco la celeberrima plage de Notre Dame.

 

  

Dopo la lunga pedalata, relax a bordo, mentre di fronte a noi un solitario francese ormeggia con maestria questa meraviglia!

 

  

E poco dopo in cielo il Mistral ci regala il suo ultimo capolavoro, con un tramonto mozzafiato!!!

 

Per il 9 agosto, giorno successivo alla gustosa ma impegnativa pedalata, tutta in fuoristrada, abbiamo in programma con estremo piacere una giornata di relax e mare al 100%: muoviamo Moby Dick dall'ormeggio ma solo per dare ancora poco oltre il marina, nella pur belissima rada De La Courtade... sole, bagni, relax, pisoli, bagni, letture... spuntini, sole e ancora bagni... una vera giornata di mare e relax, di quelle che non si dimenticano! ;-) E per cena, Ombretta si esibisce mettendo in tavola due piatti di spaghetti al pomodoro fresco, bottarga di muggine ed avocado... SLURPPP!!!!

  

Ombretta e Zarina si godono il sole e il relax in rada

 

     

Per i "bipedi" bagni a gogo... per noi è una goduria, Zarina però ci guarda perplessa.

 

Per cena spaghetti con pomodoro e avocado fresco, alla bottarga di muggine...

 

Dopo il relax, per il 10 sentiamo invece il bisogno di far scorrazzare un pò sul mare la nostra cara barchetta. Partiamo di mattina, doppiamo Cap des Medes, ci allunghiamo sulla costa sud, passando il già visitato (in MTB) calanque de l'Oustaou-de-Diou e resistendo ad una bolina abbastanza disagevole, raggiungiamo a fatica l'altezza del faro. Rapida virata per tornare sui nostri passi ad andatura portante, poi al traverso dopo l'isolotto Le Petit Sarranier e quindi la bolina finale, difficile una volta ridoppiato Cap des Medes. Visto il traffico e la soddisfazione già raccolta, all'altezza della plage de Notre-Dame alziamo bandiera bianca, riavvolgendo e dando motore sottocosta. Come veleggiata va comunque bene così. ;-) C'è anche il tempo per una doccia e due passi in paese, a caccia di angoli pittoreschi, nonchè per l'incontro con un'espansiva gattina di porto da parte di Ombretta. Lontano dagli occhi gelosissimi della nostra Zarina...

 

     

Qualche angolo della costa nord, particolamente gradevole, affrontato a motore per mancanza di vento.

 

     

Doppiato Cap des Medes comincia un piacevole traverso, interrotto solo per riavvolgere e avvicinare Pointe dela Galere.

 

     

Simbad, il nostro fidato pilota automatico, ci lascia liberi di goderci la costa; ecco il calanque de l'Oustaou-de-Diou.

 

     

Arrivati all'altezza del faro, non abbiamo più stimoli per continuare la bolina; meglio virare e tarare Simbad per l'andatura portante; anche se al traverso il Timoniere Ombretta vuole riaffermare la propria superiorità. ;-)

 

     

Di nuovo in porto, Moby Dick comincia ad accusare i giorni senza alcun lavaggio, per mancanza di acqua dolce; intanto Ombretta fa conoscenza con una carinissima gattina locale.

 

        

Qualche scorcio di Proquerolles particolarmente grazioso.

 

Dopo la MTB, dopo i bagni, dopo la veleggiata, è il momento del trekking! Quindi per l'11 di agosto decidiamo di fare due passi verso la baie de Langoustier. Peccato che valutando malamente le distanze, affrontiamo la scarpinata in infradito... 8 km tra andata e ritorno, su sterrato in infradito! Incredibilmente, al ritorno, nessuna piaga e mantengo pure la voglia di fare un tuffo, l'unico della vacanza, armato di arbalete, nella rada de la Courtade. Risultato: per cena spaghetti al sugo di triglia non fresca ma freschissima!!! :-D Nota storica: è questa la mia primissima preda catturata da pescatore in apnea!!! ;-)

  

   Lasciamo il paese e subito ci immergiamo nell'interno, per ammirare vigneti e macchia mediterranea. Ovviamente non mancano splendidi scorci sul mare, nonostante il cielo a tratti velato.

 

  

A sinistra, la famosa Plage d'Argent, a destra una microscopica insenatura.

 

  

Sempre notevoli gli elementi naturali nell'isola di Proquerolles: a destra, i preziosi gigli selvatici!

 

  

Trigliona, dopo esser passata tra le mie grinfie e poi tra quelle di Ombretta... ;-)

 

L'ultimo giorno a Porquerolles prevede una giornata in rada a la Courtade, i nostri piedi non permettono attività diverse... peccato che il sole sia troppo spesso latitante, ma le ore passano comunque gradevolmente. Solo nel tardo pomeriggio la minaccia di un temporale ci suggerisce il rientro in porto, in un'atmosfera pesante ma molto suggestiva, quasi tropicale! Chiudiamo il soggiorno sull'isola con un classico aperitivo in pozzetto. Domani mattina si parte.

     

Ombretta, l'ormai familiare Rada de La Courtade e una barca per noi da sogno: l'Ovni Alubat.

 

     

Rientriamo in porto con un'atmosfera molto suggestiva, pronti per il nostro ultimo aperitivo a Porquerolles!

 

I programmi per il giorno successivo prevedono di lasciare Porquerolles, a malincuore, in mattinata. Come da prassi, la navigazione di ritorno inizia a motore, per assenza di venti e brezze, poi poco alla volta veniamo avvolti da un beffardo vento perfettamente e rigorosamente in fil di ruota, che in men che non si dica genera anche un'onda di poppa corta e ripida, per nulla trascurabile. Da una parte Moby Dick poco gradisce tali andature, dall'altra non possiamo perder troppo tempo sulla tabella di marcia, bordeggiando con angoli più favorevoli (vogliamo raggiungere in tempo utile Saint-Raphael). E l'autopilota abbinato ad una barra così sensibile e reattiva, non riesce a gestire granchè bene vento e onde in poppa piena... rischiamo anche qualche intraversata poco gradevole. Morale, pilota automatico per i tratti a motore, pilota a braccio se si vuole provare a veleggiare nei tratti in cui qualche grado in più al giardinetto lo consente. Per di più il vento, pur bello vispo, in poppa non ci da alcun sollievo e noi cuociamo allegramente al sole. :-( Tanto sconforto viene però completamente annullato quando all'altezza di Sainte-Maxime la situazione cambia di colpo: il vento si orienta rapido da N-O, scendendo e rinforzando dalle alture!!! Quasi non ci posso credere, un traverso PIENO!!! Via!!! Genoa compleamente aperto, randa tutta su, motore finalmente spento... scollego anche Simbad e prendo avidamente posseso della barra che rapidamente si trasforma in un puledro imbizzarrito. Le onde in poppa da S-W e abbastanza formate spingono come tori, il vento al traverso accascia appena la barca, senza tuttavia schiacciarla sul mare, garantendole una spinta formidabile... nonostante le numerose miglia già percorse, il fantastico Lowrance LMS 520 indica una velocità media in continua ascesa ed una istantanea che ad ogni minuto stabilisce nuovi record per questa barca... 6.5 nodi, 7, 7.5 nodi! Mai andati così forti! E pensare che la velocità critica della carena supererebbe di poco i 7 nodi... ad un certo punto, una serie di surfate sfiorano gli 8 nodi e ne segue una sequenza menorabile: 8,1 8,2 fino ad un'indimenticabile punta massima di 8,35 nodi!!! Il timone è tosto da tener a bada, ma prua e chiglia di deriva inchiodano Moby Dick su una rotta rigorosissima. L'albero vibra e risuona, la barca corre come non mai, dandoci comunque sempre una gran sensazione di controllo e solidità, mostrandoci appieno di che pasta è fatta. Silenzio, vento, corsa veloce, la scia tracciata dietro a noi che ci conferma queste fantastiche sensazioni... una veleggiata del genere vale un anno intero, vale tutte le fatiche e i sacrifici che l'esser armatori porta con se. E tale godimento dura la bellezza di un'ora. Perchè ad un certo punto, arrivati all'altezza di Saint-Raphael ci viene spontanea ed univoca un'idea: ma perchè chiuderci in porto stanotte? Perchè rinunciare a questi ultimi fantastici minuti di pura vela?

E' deciso, niente marina di Santa Lucia, proseguiamo, puntiamo Cap Dramont con meta la rada di Agay. Sta per sopraggiungere il tramonto ma di questo passo riusciremo ad arrivare con un minimo di luce, per ancorare con sicurezza. Ci garantiamo quindi altre 4 miglia supplementari di galoppata, dopo di che a fatica trovo il coraggio di cambiar rotta venendo al vento fino a prenderlo in prua, all'ingresso della rada. Manovra ritardata il più possibile, finchè bisogna proprio dire "basta": giù la randa, velocemente e genoa riavvolto all'istante. Altre barche stanno imboccando il ridosso, non voglio rischiare di perdere le ultime posizioni riparate di fronte alla già conosciuta Plage de Pourrousset. Arrivo infatti per primo nel gruppetto, ma i posti "buoni" son già tutti occupati. Se almeno vogliamo un pò di ridosso, ci tocca ormeggiare su un fondo di 9 mt in rapido degrado e per di più tappezzato di posidonie... non gradisco affatto, ma non ci sono alternative. Il primo tentativo vede l'ancora cedere lentamente alla prova della retromarcia energica che faccio sempre. Nessun indugio! Rifare, cambiando un pò posizione. Questa volta va meglio, Ombretta lascia tutta la cima e pure una decina di metri di catena (oltre 40 m totali) e la linea regge 10 secondi buoni di retro "a tutta". Per sicurezza mi tuffo al volo per una verifica visiva, la luce sta per scarseggiare... nessuna traccia della Delta, profondamente affossata nel fondale e nella posidonia. Diciamo che avrei preferito tutt'altro fondo, ma le ottime previsioni notturne e la prova della retro mi danno un minimo di tranquillità. Il tempo di riordinare le vele, cenare, rilassarsi un attimo in pozzetto al buio e corriamo in cuccetta. La notte passerà con una continua fantastica brezza di terra, che terrà la barca ferma, senza alcuna rotazione, sulla linea dell'ormeggio iniziale. Solo una barca a motore ci si affianca notte tempo: esco a controllare il pazzo che, dati pochissimi m di catena, alla cieca, non effettua nessuna prova di tenuta, spegne subito ogni luce e dorme, cullato da una tal beata incoscienza!!! Da parte mia mi sveglierò un paio di volte a verificare le mire delle luci, prese col primo buio: tutto ok, ma è pur sempre la seconda notte in rada in assoluto per noi, un minimo di apprensione è normale. ;-)

     

Eccoci ancorati in rada ad Agay; finisco di controllare l'ancora giusto al calar del sole; momenti magici in rada...

 

  

...che condividiamo con le altre barche vicino a noi e con la nostra dolce Zarina.

 

La mattina succesiva, il rientro ad Aregai non ha storia, navigazione noiosa, a motore per mancanza di vento, con solo 2 delfini avvistati da lontano all'altezza delle isole Lerins e una probabile palamita extra large che ad Ospedaletti attacca la lenza trainata, fa fischiare per 2 secondi la frizione tranciandomi il teminale in men che non si dica! =:-O

 

Marina degli Aregai (IM), 15 - 23 Agosto 2008

La vacanza si chiude alla base, al Marina degli Aregai, dove ci aspetta una settimana di bagni, relax e per me la prima uscita un minimo programmata, di pesca in apnea, che mi frutterà la prima spigoletta, come seconda preda catturata in assoluto. Devo ancora integrare l'attrezzatura (mutino short e maschera da snorkeling vanno abolite!), ma per crescere c'è tempo... i risultati di questo percorso li potete leggere QUI! ;-)

     

Giornata ventosa ad Aregai; Ombretta prepara il pranzo, mentre Zarina come al solito, dorme...

 

     

Affascinanti formazioni nuvolose; spaghetti alla bottarga e pistacchi; la mia prima spigoletta catturata in apnea!!!

 

Capt. Simon, Ombretta & Zarina

 

Condividi su Facebook

Condividi su Facebook

Torna alla pagina delle nostre

Navigazioni e Crociere

 

Home   |   Site Map   |   © 2007 Capt. Simon®   |   Last update: 04/04/2012   |   Res. 1024x768