Ponti: Che Passione!

Costa Azzurra: ponte del 2 giugno 2009

Scrivo il racconto di questo ponte in Costa Azzurra a pochi giorni dalla firma del contratto di vendita del nostro amato Comet 303 "Moby Dick" e di acquisto del Bavaria 32 "Lady Blues". Siamo appena rientrati, due giorni fa, dal trasferimento stesso della nuova barca...

Mi fa un effetto stranissimo, di meraviglia, pensare che quella di seguito raccontata, è stata la prima presa di contatto con la barca di Roberto e Tita: ci è subito piaciuta, per gli incredibili volumi interni, mitigati da linee esterne ben più snelle ripetto ad altre "colleghe" da crociera pura.

Mai avremmo pensato in quell'occasione che da li a poco più di un anno, Lady Blues sarebbe diventata la "nostra" barca...

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Pochi giorni a disposizione, non potremo andare granchè lontano, ma un bel ponte è sempre un'occasione troppo ghiotta per lasciarsi sfuggire la possibilità di staccare un pò da pensieri, impegni, lavoro, scorrazzando nella vicinissima Côte d'Azur. Quindi è deciso, sentiti gli amici velisti Roberto (Minoia, il mitico creatore del sito di geoposizionamento mediante sms www.youposition.it e webmaster del blog http://blog.veleggiando.it  e del sito http://www.veleggiando.it ) e Tita, decidiamo di andarli a trovare nel loro marina di Baia des Anges.

L'itinerario per raggiungerli comincia ad esser conosciuto, trattandosi di costeggiare, superando il confine, Mentone e Nizza, fino a raggiungere Baia des Anges poco prima di Cap D'Antibes. Costa, città e riferimenti ormai noti, visti e rivisti in occasione delle passate ferie e ponti, trascorsi nelle acque della Côte.

 

Venerdì 29 maggio

E in effetti la navigazione si conferma noiosa, visto che per la maggior parte ce la dobbiamo sorbire a motore... Solo dopo Nizza, un accenno di brezza si dimostra sufficiente per poter spegnere il motore e navigare un pò col silenzio delle vele.

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Da sinistra: all'altezza di Mentone isso la bandiera di cortesia francese, Ombretta sorride nonostante la noiosa smotorata, davanti a noi l'ingresso del marina di Baia des Anges.

L'arietta poi crolla poco prima di entrare in porto, per ricomparire sotto forma di brezza tesa rafficata appena siamo all'interno del marina, proprio quando stiamo vagando tra i canali sconosciuti, senza che nessuno abbia risposto alle nostre chiamate al VHF e al numero di telefono. Nessun ormeggiatore in giro, tutto deserto... Siamo perplessi ed indecisi sul da farsi, non ci va di appropriarci di un posto a caso, senza aver ricevuto istruzioni dal personale del marina, ma il deserto totale ci lascia sconcertati. Peggio, dopo qualche minuto il Volvo bicilindrico si mette prima a vibrare in maniera strana, poi a sussultare vistosamente quando accelero un pò per manovrare. Di colpo i sussulti si fanno singhiozzi ed accenni a spegnersi. Più cerco di accelerare per tenerlo su di giri, più lui cala e sembra soffocarsi sussultando con forti socossoni. E nel frattempo OVVIAMENTE il vento al traverso aumenta. E le prue delle barche nella banchina sottovento, con le loro belle ancore contundenti, si avvinano drammaticamente!!! Faccio preparare Ombretta al peggio, all'appoggio, mentre lasciando il motore assolutamente al minimo, manovro di invertitore e barra e riesco ad evitare il peggio. Proprio quando sono di nuovo in mezzo al canale, invece di tirare un pò il fiato, sento che il motore ora sussulta e tende a spegnersi anche solo invertendo la marcia, anche se lasciato al minimo! Disastro! Per pura fortuna pochi secondi dopo appare il barchino di un ormeggiatore. Ombretta, che ha un minimo di padronanza di francese, spiega che cerchiamo un posto, sottolineando i problemi al motore in manovra. L'ormeggiatore ci fa sicurezza indicandoci un posto libero disponibile e standoci a fianco. Non so come, evitando di usare la retro, senza mai accelerare, ed infilandomi di prua, riesco a non far spegnere il motore e ad ormeggiare al primo tentativo, senza correzioni, nel posto indicatomi...

Ho guadagnato un bel grattacapo per l'indomani: cercare di capire cosa ha che non va il motore e rimediare, per poter poi tornare ad Aregai con un minimo di tranquillità. Per il momento verifico la vite di spurgo dell'aria: non è quello il problema...

Per la serata, ceniamo in barca e poi facciamo due passi by night attorno al porto e al fantasmagorico complesso architettonico: davvero fuori dagli schemi! Chiamiamo anche Roberto e Tita: son partiti da Milano, ma causa traffico, arriveranno notte tempo. Ci incontreremo domani.

   

Sabato 30 maggio

Appena terminata una indispensabile colazione, veniamo richiamati all'ordine dalla voce entusiasta di Roberto, proveniente dalla banchina: "Hey, voi di Moby Dick!".

Ogni volta che si incontra e si conosce dal vivo una persona, frequentata in precedenza solo informaticamente, per me è sempre una gran cosa! In un solo istante, tutte le inevitabili impressioni avute da quella persona, dal suo modo di scrivere, dalla voce sentita al telefono, se va bene da qualche foto, si fanno concretissime. Si passa di colpo dal virtuale al reale. Ed è sempre un piacere immenso stringere una mano in carne ed ossa, osservando un sorriso reale! Alla facciazza di chi, anni fa, dipinse pessimisticamente il computer come la futura morte dei rapporti umani reali.... ;-)

In men che non si dica, conosciamo anche la Tita ed Ale, l'equipaggio/famiglia che regolarmente segue Roberto nelle sue avventure.

  

Appena ci svegliamo, Zarina ne approfitta per inquadrare la situazione e il nuovo porto. Prima della trasferta al centro commerciale, troviamo il tempo di far due passi attorno al marina.

Provo anche ad avviare il motore ed incredibilmente tutto sembra a posto: avviamento istantaneo e il Volvo bicilindrico gira come un orologio. Innesti di marcia e aumento di giri, tutto regolare...

A questo punto, non avendo un prefiltro decantatore sulla linea di alimentazione ed essendo questa la prima smotorata di un certo tipo della stagione, ipotizzo sia stata colpa di eventuale condensa e  conseguente acqua nel gasolio, che ha causato i problemi di alimentazione di ieri pomeriggio.

In occasione dello spesone al centro comemrciale vicino al marina, per preparare la degna cena che ci attende, mi rifornisco di diversi tipi di additivi per diesel, due tipologie per eliminare le tracce di condensa ed impurità dal serbatoio ed uno per pulire condotti di alimentazione ed iniettori. Di scorta ho anche un flacone del mitico Fastol Blue. Assieme ad una bella tanica di gasolio fresco per ripristinare il pieno, verso i magici intrugli nel serbatoio. Non avrò più alcun tipo di problema, ma mi annoto a lettere cubitali, sul libro di bordo, la necessità di acquistare e montare un pre-filtro decantatore!

Girando in lungo ed in largo per il grosso centro commerciale (specialità da sempre dei francesi...), chiacchieriamo a ruota libera con Roberto, Tita ed Ale. Di mare, di barche, di vacanze... Al banco del pesce la sosta tattica: cosa mangeremo per cena?!? Dopo un breve controllo del banco e consulto tra ospiti ed ospitanti, si decide di comune ed entusiatico accordo per spaghetti all'aglio fresco e triglie al cartoccio.

In effetti, la cena a bordo di Lady Blues si dimostra entusiasmante! Sempre in ogni momento nella stessa atmosfera di totale sintonia tra i due equipaggi, come se ci si conoscesse da tempo... Roberto e Tita si son dedicati alla pasta, io ed Ombretta ai cartocci delle triglie, ben accolti dal mitico barbecue di bordo "Magma" di Roberto: che splendida invenzione!!! :-D Vino bianco, dolce e digestivo, anche loro degnamente all'altezza. Ma che bei momenti di splendida compagnia che ci sanno regalare le nostre barche e la comune passione per la vela!!!

 

Domenica 31 maggio

Per oggi abbiamo deciso di far scorrazzare un pò le rispettive barchette. Meta le inafferrabili Îles de Lérins. Dico inafferrabili perchè finora ogni nostro progetto di passarci la notte è stato regolarmente frustrato dal meteo. Anche in questo caso le previsioni non permettono di cullare sogni di una notte in rada, ma la giornata quella si, siamo intenzionati a passarla li...

Usciamo quindi dal marina e quasi subito ci accoglie un bel venticello, via via sempre più teso. Lady Blues corre tranquilla ben sbandata, con tutta tela. Moby Dick invece è già in fascia critica, un pò per le vele che accusano anni ed uso, un pò per l'invelatura sovrabbondante che in ogni caso impone di ridurre già a 14-15 nodi... Impieghiamo poco, avvicinandoci a Cap d'Antibes, per capire che anche questa volta, la sosta alle isole Lérins rimarrà una pia illusione... il vento è sempre più gagliardo, poco indicato per chiudersi nello stretto e poco profondo canale tra le isole, che potrebbe trasformarsi rapidamente in pericolosa trappola in caso di ulteriori rinforzi. Ci attardiamo per ridurre la randa, quindi raggiungiamo l'equipaggio di Lady Blues che si è ridossato alla Baia de l'Olivette, appena scapolato Cap D'Antibes. Mantenendoci il più possibile vicino alla costa, cercando uno spazio libero tra le numerosissime barche già alla fonda, riusciamo a goderci una piacevolissima e rilassantissima sosta. Come nostra abitudine in questi casi, ci dividiamo tra letture, pisolini in pozzetto, spuntini e "faticosissime" simili amenità...

     

Moby Dick ormeggiata alla Baia de l'Olivette. Poco avanti a noi, Lady Blues.

Ad un certo punto trovo pure il coraggio di fare un bagno. L'acqua non è propriamente calda, ma nuotando un pò è sopportabile. Ne approfitto per controllare carena, elica e timone, quindi per salutare da vicino Roberto, Tita ed Ale, poco distanti da noi.

A prua, pini marittimi e cielo azurro, ma... Assopiti, distratti chi dalla lettura e chi dai bagni, facciamo poco o niente caso all'orizzonte scuro che si sta sempre più rimarcando dalla parte opposta, a poppa, verso ovest:

Sottovento, da ovest, avanza un infido fronte perturbato...

Ce ne accorgiamo solo quando il fronte è già troppo vicino. Intuisco che non sarà solo una nuvoletta di passaggio, quindi decidiamo per il rientro, non a Baia degli Angeli ma in direzione Aregai. Se dovesse esser brutto anche il giorno successivo, preferirei trovarmi più vicino possibile alla base. Chiamiamo quindi l'equipaggio di Lady Blues e li avvisiamo della nostra partenza. Ci saranno altre occasioni per provare finalmente ad espugnare in notturna la rada tra le due Îles de Lérins, che a questo punto si confermano essere gravate da una piccola ma tenace maledizione... ;-p

Manovriamo fuori dal ridosso e lungo costa verso Cap d'Antibes, tra gli altri scafi, a secco di vele per non aver problemi con le continue raffiche sempre più sostenute.

Ma è all'altezza del capo, affrontato al motto, solitamente ben rassicurante "il vento di Levante non alza onda", che capiamo cosa stava soffiando al di la della penisola che ci aveva finora protetti e riparati! L'onda si fa di colpo alta, parecchio alta per la tipologia del vento, e quel che è peggio, molto ripida. Il vento soffia bello teso, con forza tenace.

E quando doppiamo per bene il capo e ci affacciamo nell'ampissima baia des Anges le condizioni si fanno ancora peggiori, con le onde sempre più invadenti, che cominciano a frangere. Impossibile pensare di puntare su Cap D'Ail o ancor peggio Menton, la rotta ha vento e mare troppo in prua, decidiamo quindi per una poco onorevole sosta al bel porto cittadino di Nizza. Ma anche così non son rose e fiori, perchè stando bene in rotta, avrei le onde perfettamente al traverso e ripide come sono, sempre più spesso frangenti, riuscirebbero prima o poi a sdraiarci. Tenedole al mascone, ci allontaneremmo troppo dalla meta. Son quindi costretto a timonare su ogni singola cresta, per far affrontare l'onda alla barca con un minimo di sicurezza, per poi rimetterla in rotta, perdendo meno acqua possibile.

Di usar il pilota automatico manco se ne parla! Timone in mano, ringraziando da una parte la barra che bella caricata e diretta com'è, rende tutto sensibile ed immediato. Maledicendola anche, perchè caricata e diretta com'è, reagisce scalciando come un mulo e in pochissimo tempo, mi spacca braccia e spalle...

E qua già non mi perdono il grosso errore fatto: ho aspettato troppo ad alzar le vele ed ora ci è impossibile: in queste condizioni non me la sento di cedere il timone ad Ombretta, se non per i brevi istanti che mi son serviti per indossare la cerata completa. Mandar lei all'albero per preparare le due mani ed issar la randa non ci penso nemmeno. Morale, devo tener la peggior andatura possibile in queste condizioni, a solo motore, con la barca instabile in balia di vento e mare. A ricordarmi la stupidata fatta c'è una barca parallela a noi, che se è vero è ben più lunga, quindi con passo decisamente diverso e sebbene batta, rolli e triboli parecchio pure lei, riesce comunque a tener molto meglio la rotta su Nizza, soprattutto con un incedere molto più sicuro del nostro, stabilizzata com'è dalla propulsione velica. Mi servirà d'esperienza per le prossime volte, per ora usciamone così. Sopportando la pioggia battente e turbinante dal vento che nel frattempo ha deciso di render il tutto più coreografico e le continue ondate in pozzetto e sulle nostre facce! Sul viso alterniamo rivoli di acqua dolce ad altra salata... non capiamo neanche più se le secchiate che ci sferzano arrivino dal cielo o dal mare!

Questa è a ben vedere la prima navigazione davvero brutta che ci capita con Moby Dick, nulla di stratosferico per velisti esperti, ma per noi che siamo solo "aspiranti velisti" comunque alle prime armi, son le prime condizioni quanto meno "scomode". E come mi capiterà successivamente altre volte, resto fortunatamente meravigliato dalla tranquillità costantemente mantenuta dalla consorte... ;-)

Comunque ne usciamo, non senza qualche bella intraversata prima di ridossarci con Cap Ferrat, puntando sul porto di Nizza.

Solito piacevole attracco, anche se dalla Direzione faticano parecchio ad indicarci un posto libero, confondendone più volte liberi con occupati. Poco male, questo magnifico porto cittadino ci piace sempre e quando finalmente anche le cime di poppa sono ben cazzate, ci sembra di esser in paradiso!

Finalmente siamo ormeggiati a Nizza!

Tra l'altro la Direzione ci sorprende sempre: gentilissimi, ci parlano in perfetto italiano (merce più unica che rara oltrefrontiera) e questa volta ci offrono, oltre alla solita navigazione web via wi-fi gratuita (ma non abbiamo il notebook con noi...) le biciclette gratis ad uso degli utenti del porto. Ma viste le condizioni meteo incerte (ha appena smesso di piovere) sarà per la prossima volta, comunque bene a sapersi e in ogni caso, così si fa a gestire un approdo! Permettetemelo: bravi Francesi ! Parecchi passi avanti a noi. Rispetto poi ad Aregai, meglio manco commentare...

Dopo una goduriosissima doccia bollente in bagni stilosissimi e modernissimi, puliti come se si fosse a casa propria, ci godiamo la splendida cornice dei palazzi attorno a noi, ci prepariamo e beviamo un corroborante Cuba Libre e per cena, pastasciutta al pesto rosso e mix di formaggi d'oltralpe! ;-)

     

Il porto cittadino di Nizza e stuzzicherie varie a bordo.

 

Lunedì 1 giugno

La mattina successiva non ha storia, rientro senza particolari emozioni, che ricordiamo solo per l'avvistamento della nave del Club Med con la sua selva di pseudo alberi e quello ben più evocativo e piacevole del nostro sogno proibilto... un Cygale 16 Alubat. Oddio, non che se ce lo regalassero, il 14 mi farebbe schifo, anzi... ;-)

     

Mentre usciamo dal porto, ci viene incontro l'inconfondibile nave di Club Med.

  

Poco da ricordare della rotta di rientro, ma questo Cygale beh, rimane il sogno proibilto...

 

Martedì 2 giugno

Questo ponte si conclude successivamente con una giornata finalmente di caldo sole, con lieve brezza, da dedicare ad una bella sosta in rada, fuori Aregai, giusto per riprendere i ritmi del relax in barca per tutto l'equipaggio: sole, ozio, letture, bagni... :-D

     

 

Aspettando il prossimo ponte! ;-)

 

 

Capt. Simon, Ombretta & Zarina

 

 

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