4 Giorni in Costa Azzurra, Capodanno a Port Vauban - Antibes

Capodanno in Costa Azzurra - 29 dic. => 01 genn. 2012

Pochissimi giorni a disposizione, tempo incerto ma con discrete speranze di non incappare nelle mareggiate e piogge continue che ormai per troppi anni in precedenza ci hanno costretto a passare il Capodanno fermi in porto ad Aregai: quanto basta per decidere di partire, ok quest'anno festeggeremo la fine del 2011 e l'inizio del 2012 in Costa Azzurra!!!

Ecco come da nostra usanza la mappa sul sito www.youposition.it, il video ed il diario fotografico, di questa mini vacanza invernale....

Video creato da Ombretta

 

 

giovedì 29 dicembre 2011

La partenza dal Marina degli Aregai avviene come al solito con un pochino di ritardo rispetto alla tabella di marcia... è sempre così, la buona volontà ci fa puntare la sveglia di buon'ora, poi però... la cuccetta si dimostra sempre troppo accogliente, ci crogioliamo per un pò sotto la calda coperta di pile, la colazione è un rito che richiede tempo, la barca fuori è ricoperta di condensa e l'atmosfera umida e grigia non invita a darsi troppo da fare... tradotto, molliamo gli ormeggi che son quasi le 10 e non le 9 previste! Tra l'altro prima di mollare le cime di poppa a doppino, dobbiamo spostare le cime classiche, con molloni & Co. perchè quando torneremo, dovremo cambiare posto di stazionamento,  visto che passeremo in affitto dalla metà della banchina al fondo sempre del molo D. Quindi, con qualche goccia di pioggia malandrina, salutiamo gli amici Vincenzo e Daniela, armatori di uno sportivissimo Dufour 34e e finora vicini di ormeggio, ci rivedremo tra 4 giorni, anche se sarà... l'anno successivo! :-D

Tra Aregai e Sanremo ci accoglie pure un gradevole traversino, intensificato all'altezza della profonda valle dell'Argentina, immancabile quasi ogni mattina. Dopo di che, il trasferimento vedrà tanto motore... Quanto meno, l'autopilota ci permette un pò di relax in pozzetto, in certi momenti, quando il sole si fa più caldo, possiamo pure sdraiarci a sonnecchiare!

clikka sulle anteprime x ingrandire le foto

   

   

 

In ogni caso, l'alternanza di nuvole molto caratteristiche e sole, a volte stentato, a volte vivace, ci rende lo stare in mare sempre piacevole. A maggior ragione quando, tra il confine e Nizza, proviamo ad issare il gennakerino, per sfruttare la brezza che purtroppo essendo piazzata quasi in poppa non permette grandi veleggiate. Il bel gioco dura poco, dopo di che l'avvicinamento a Port Vauban avviene a motore. L'ingresso dell'enorme porto, per le 16:30, ci mostra subito quanto i cugini d'oltralpe abbiano in cosiderazione la vela, in ogni sua forma!

   



 

Entrati nell'intricato Port Vauban, identifichiamo sul portolano la banchina dell'accoglienza, ci rechiamo in Capitaneria dove chiediamo ed otteniamo un posto. Vista la "folle cifra" di 14€ al giorno, ci convinciamo ancor più di fermarci qua per Capodanno.

L'idea originaria, letteralmente "sulla carta" (nautica in questo caso) era quella di arrivare ad Antibes, starci 1 o 2 giorni e poi spostarci a Cannes per il Capodanno.

Già nei giorni scorsi però stava facendosi avanti la nostra indole un pò tranquilla, per la quale, preferiamo goderci fino in fondo una baia, una rada, un porto in cui ci fermiamo di volta in volta, piuttosto che lo spostarsi ogni giorno in posti nuovi. Le mete esplorate così si riducono notevolmente in numero ma ne guadagna la conoscenza e il "godimento" dei vari luoghi visitati.

Qua ad Antibes il posto è garantito, è letteralmente sotto le vecchie mura, vicinissimo alla parte più bella della città, costa meno di un campeggio: perchè spostarsi?!? Rimarremo qua, niente bighellonaggio!

Ormeggiamo al posto assegnatoci giusto poco prima del calar del buio, buona cosa visto che i canali tra le banchine son strettissimi e la maneggevolezza di Lady Blues, con la sua elica a due pale fisse non è certo quella di Moby Dick con la mai abbastanza rimpianta Max Prop... in ogni caso ormeggio ben riuscito! Scopriamo purtroppo rapidamente che il cavo 220v con presa industriale europea 16A, in uso ovunque tranne che ad Aregai, ha i contatti ossidati, interrotti. E non posso nemmeno rifarli, perchè le viti dei relativi morsetti sono bloccate! Lo svantaggio di non averlo più usato da oltre un anno, dal momento in cui le ferie estive son sempre state in rada ed Aregai usa una connessione propria, mai vista altrove. I giorni di festa e l'orario (18 passate...) non ci aiutano: in Capitaneria non hanno prese da venderci, gli shipchandler locali sono già chiusi, trovo aperto solo un negozio di casalinghi-elettrodomenstici, che stranamente "avrebbe" tutte le connessioni europee volanti, femmina e maschio 32A, femmina 16A... tranne il maschio 16A che serve a noi! :-( Per non passare una notte al gelo (a bordo abbiamo il solo riscaldamento a 220v, con termoventilatore e radiatore ad olio) devo fissare un adattatore domestico-industriale ad una spina volante domestica. L'amperaggio sarà al limite, l'impermeabilità la creo con numerosi avvolgimenti di pellicola alimentare e nastro adesivo americano. Per questa notte andrà bene...

Doccia calda, cenetta in quadrato e poi, due passi, per scoprire gli addobbi più in stile dolomitico che provenzale, in Rue de la République.

 

Venerdì 30 dicembre 2011

La mattina successiva, con estrema calma e solo dopo la solita piacevolissima colazione in barca (indispensabile bricchetto per montare meccanicamente e in un istante una schiuma di cappuccino da competizione!), saldiamo i conti con la Capitaneria anche per i prossimi giorni, facciamo due passi sulla banchina, per dare uno sguardo di rito alle altre barche ormeggiate, dopodiché ci aspetta la classica visita al Marché Provençal.

L'abbiamo scoperto qualche anno fa, ma tornarci è sempre un piacere! Prezzi alti e in effetti è chiara la destinazione prettamente "spennaturisti" del mercato, di certo non rionale... ma in ogni caso, certe leccornie che si trovano, sono di qualità eccelsa e un assaggio ad esempio della miglior Tapenade mai gustata, vale la spesa un pò sopra la media. Diciamo che non è il posto dove rifornir una cambusa vuota, ma di certo dove scoprire qualche particolarità da centellinare poi nelle future cenette in barca. ;-)

         

    

          

 

Fuori dal mercato, speriamo di poter rimediare del pesce fresco, ma i prezzi anche in questo caso ingiustificatamente alti ci consigliano di ricorrere alle scorte di bordo per il cenone di domani sera...

 

Rientriamo per lasciare nel capiente frigo di Lady Blues la Tapenade che dagli assaggi fatti promette faville, non senza esser passati dalla sempre meravigliosa Promedade Amiral de Grasse. Nel frattempo si è alzato un improvviso e forte Mistral, decisamente non previsto, ma che rende il cielo limpidissimo e il mare di un blu intensissimo, specie considerando la stagione invernale e i raggi solari bassissimi.

     

  

     

 

Ogni volta che guardiamo la nostra barchetta ormeggiata in un nuovo porto, non possiamo non fermarci ad ammirarla e ringraziarla per questi momenti speciali che ci fa vivere per maree per terra! :-D

  

 

Ma son solo le 14, è di nuovo il momento di sfruttare questo bel sole per camminare un pò per Antibes e godercela, assieme ai suoi vari scorci e particolari, passeggiando senza fretta, senza meta, immersi in questa splendida giornata luminosa e tersa!

     

     

     

  

Terminata la fase di bighellonaggio curioso, rientriamo in barca, dove ci attende paziente la nostra micina pelosa Zarina: per lei le giornate in barca sono un continuo alternarsi di leggeri pisolini e profonde dormite, tra i quali l'unica preoccupazione è trovare l'angolo della barca più congeniale ai suoi sogni... Io mi dedico alla lettura, mentre Ombretta preferisce il jogging al tramonto, in effetti con una cornice di cieli incandescenti che arrossano le mura attorno al porto in maniera splendida.

       

 

Nel frattempo io medito propositi di caccia subacquea per la mattinata successiva... l'acqua del mare ho visto che è limpidissima e il Mistral è calato, per di più data la provenienza, la zona d'acqua che vorrei esplorare è comunque ben ridossata. Non fosse che... nel dopocena si alza un forte ed ancor più imprevisto vento di scirocco che vede la costa di Antibes completamente esposta! Immagino che il vento, con un ampissimo fetch a disposizione alzerà una discreta onda, ma spero in una rapida attenuazione. Speranza disillusa, perchè ci assopiamo in cuccetta con la barca che oscilla discretamente e l'albero arriva addirittura ogni tanto a vibrare e risuonare cupo...

Il giorno successivo, l'ultimo del 2011, la sveglia è comunque puntata all'alba! Voglio a tutti i costi tuffarmi nelle acque francesi e provare a rimediare la cena! Indosso muta ed attrezzatura (non porto nemmeno il fidato C4 Mr Iron, oggi sarà giornata solo per il corto X-Fire 75, il mio primissimo arbalete) e con un accenno di crepuscolo raggiungo velocemente la vicinissima spiaggetta La Gravette, giusto al di la delle mura che rendono così caratteristico questo ormeggio assegnatoci. Alla spiaggia noto subito l'acqua torbidissima... Spero solo sia dovuto al fondale sabbioso e mi auguro di trovare un pò più di visibilità oltre i frangflutti. Io odio infatti l'acqua torbida! Sarà ottima per la pesca ma da una parte mi toglie totalmente il gusto di stare sott'acqua, mi priva del godimento della visione dei fondali marini, uno dei motivi principali che mi spingono a pesca oltre alla speranza della cattura di un pesce in se. Dall'altra, non essendo situazioni a me congeniali, non mi ci dedico e quindi non ho maturato quelle abilità che un pescatore da torbido dovrebbe avere... Fatto sta che alle mie spalle sta arrivando in spiaggia un altro pescasub, quindi affretto la calzata delle Mustang 3 e mi tuffo.

Che minestrone sott'acqua! Raggiungo il frangiflutti a sud e già dal primo tentativo di aspetto mi accorgo che da una parte la visibilità è zero (davanti a me sparisce pure la testata del 75...), dall'altra, la lunga lontananza dal mare mi ha fatto mal valutare la zavorra: manca almeno un kg nello schienalino e nel bassofondo son troppo positivo, devo letteralmente aggrapparmi alle rocce, cosa poco gradita alla mia muta Elios liscia. Provo qualche aspetto più all'esterno, cercando un paio di metri in più di fondo, di fronte alla Promenade ma l'esito è sempre quello: niente relax, acqua troppo torbida, risacca che mi scuote e mi costringe a continue tensioni muscolari per stare sul fondo. Aggiungiamo l'acqua fredda, molto fredda, e si può ben capire come la brevissima pescata non sia stata affatto piacevole... Ho anche intravisto qualche bella ombra scattare rapidissima in controluce, ma davvero impossibile da mirare! Peccato, stasera è proprio destino che si dovrà mangiar zampone e lenticchie! :-(

Rientrato in banchina, mi concentro sull'unico piacere che mi attende: togliermi la muta e riscaldarmi nell'ampio bagno di Lady Blues (sempre incredibile, per un 32-33 piedi!), sotto una goduriosissima doccia calda! Segue un'altrettanto corroborante colazione con cappuccino fumante e con le brioches (pain au chocolat) acquistate ieri pomeriggio. Risciacquo dell'attrezzatura con acqua dolce in banchina, pieno del serbatoio di bordo e appendo il tutto ad asciugare a prua. Dopo di che, con Ombretta, programmiamo nel primo pomeriggio la visita ad un piccolo negozietto di alimentari, gestito da inglesi, per gli inglesi, per gli ultimi ingredienti necessari alla cena dell'ultimo dell'anno.

Incontriamo quindi Roberto e Tita, l'equipaggio primigenio che per oltre 8 anni si è preso cura di Lady Blues e le ha permesso di arrivare in ottima forma a noi! Quattro passi assieme a loro e ad una loro coppia di amici, dopo di che decliniamo l'invito per il cenone assieme a Baia des Anges su Aonami (domani mattina vorremmo alzarci di buon'ora e partire presto per il rientro ad Aregai, viste le imminenti previsioni di maltempo), ci salutiamo e noi ci dedichiamo alla visita del Musée Picasso nel palazzo Grimaldi. Ci si prepara lo spettacolo di un tramonto dai colori eccezionali, davvero da favola, quasi irreali, mentre noi visitiamo la Cathédrale Notre-Dame-de-la-Platea, al cui interno scopriamo un delizioso presepe con personaggi provenzali!

  

  

 

Uscendo dalla cattedrale ammiriamo lo svilupparsi del tramonto, il mutare dei colori in una tavolozza da sogno, che dall'arancione carico iniziale, ora sta volgendo ad un magenta e poi violetto intensissimi. E' inevitabile la mitragliata di foto per i vicoli della Vieux Antibes,  lungo la Promenade Amiral de Grasse, la panoramica sia su Prot Vauban (col suo Nomade sulla diga foranea) che sulla cittadella stessa:

       

   

  

  

 

Segue una lunga passeggiata sulla diga, per raggiungere proprio la particolare opera d'arte, che invita a farsi esplorare e a volgere, come fa l'ipotetico personaggio ritratto, uno sguardo meditabondo verso il mediterraneo antistante... gran bel modo per trascorrere le ultime ore di questo strano 2011!

    

      

 

Rientriamo a bordo passeggiando all'interno della diga foranea, potendo così passare in rassegna tutti i mega yacht presenti, i più propositati di prorpietà araba e russa... non avremmo avuto dubbi!

Accolti dal calore della nostra piccola ma amatissima e speciale Lady Blues, ci prepariamo per il cenone: Ombretta appronta un ricchissimo aperitivo-antipasto con a seguire zampone e lenticchie magistralmente cucinate. Io, con molto meno impegno, mi dedico alla colonna sonora, armeggiando con iPod e autoradio di bordo... ;O)

Chiudiamo col dolce e col provvidenziale brindisi di mezzanotte: inevitabile lo Champagne debitamente prelevato dalla cantinetta di casa per l'occasione, stappato all'unisono coi numerosi botti, petardi e razzetti che ci attorniano!

 

La mattina del primo dell'anno, ci aspetta il rientro, ma prima non può mancare la solita rituale e ricca colazione e un saluto scherzoso e bonario (non vediateci intenti denigratori... anzi! ;-) ) ad Antibes e alla Nazione che ci ha così ben ospitati in questi giorni. Vista quindi la temperatura frizzantina, prepariamo la barca al trasferimento, indossiamo pile e cerate e molliamo gli ormeggi in una mattina azzurra e che sembra pure promettere un pò di brezza!

     

 

Infatti, all'altezza dell'aeroporto di Nizza, in corrispondenza dell'ampio sbocco della profonda valle del Var, ci raggiunge una tramontana che via via rinforza fino a far sbandare un pò troppo la nostra turistica barchetta che però sembra mantere comunque un discreto assetto. Ma non mi lascio ingannare, Lady Blues tende a mascherare molto l'approssimarsi del suo limite, al contrario della nervosissima precedente Moby Dick. Il rischio è quello di sottostimare la situazione... Controllo quindi il riferimento di centro barra sulla ruota (sta timonando, apparentemente senza sfozi, Tino, l'autopilota...) e noto che il timone è davvero troppo alla poggia. Segno che Tino sta compensando troppo la pur progressiva spinta all'orza della grossa randa full batten. Corro ai ripari scarrellando per quel pochissimo che posso (maledetto micro trasto in tuga!). Come immaginavo, la manovra irrisoria non sortisce alcun risultato... Ha ben ragione chi sostiene che al posto di questi trasti tanto piccoli da esser inutili, sarebbe più serio e a quel punto anche più economico un punto di vincolo con golfari e bozzelli ai lati. Quindi cazzo per bene i vang, cazzo pure la base randa e mollo la scotta. Le stecche lunghe non fanno comunque sbattere la vela nonostante ora sia molto scarica. La velocità rimane pressochè identica, entusiasmante, ma di colpo la barca si rialza un pò e il centro barra torna quasi perfettamente al suo posto. Ottimo! Via così!!!

Attorno a noi acqua blu, tempestata di basse crestine, che mimano sul mare il bianco delle creste innevate sui monti, cielo azurro, vento di terra, che porta il profumo freddo e particolare delle alpi marittime, l'odore meraviglioso dell'inverno marino...

Che momenti, che spettacolo!!!! Perchè non è possibile fermare certe veleggiate, farle durare molto ma molto di più?!?

Riparati dall'ampia e protettiva capottina, riprendendo nei momenti più esaltanti il timone manuale, normalmente lasciato all'automatico, ci godiamo questa cavalcata spettacolare per un'ora, fin quando già so che Cap Ferrat e i relativi monti retrostanti la Grande Corniche, toglieranno forza a questa tramontana benedetta...

E così avviene, la velocità indicataci dal GPS pian piano cala, assieme al numero e dimensioni delle bianche crestine attorno a noi, mentre io riporto il carrello al centro, cazzo a dovere la scotta e recupero l'eccesso creato al vang. Ma la velocità diminuisce ancora, non c'è nulla da fare... e dopo un pò, per non veder aumentare al giorno successivo l'ETA, dobbiamo anche accendere il motore per supportare l'ormai esigua propulsione velica.

 

Arriviamo nei pressi del Marina di Aregai a tramonto ormai avanzato, con un cielo cupo e completamente chiuso di nuvole basse e dense, che non promette nulla di buono. Le previsioni son rispettate in pieno! Ritiriamo la randa ed impegnamo il canale di ingresso con un bel buio pesto, non il massimo visto che dovremo ormeggiare in un posto nuovo... ma per fortuna la brezza ora è quasi assente, mi lascia far manovra in tutta tranquillità: l'elica col suo effetto evolutivo sfruttato correttamente, mi addossa dolcemente all'unica barca presente alla nostra sinistra, Ombretta trattiene Lady Blues delicatamente adagiata al motoscafozzo col mezzo marinaio, mentre con tutta calma io lascio quasi adagiare la poppa della barca in banchina (impagabili i grossi parabordi a goccia, già preparati contro il calcestruzzo della banchina, giusto la mattina della partenza!), assicuro alla bitta la cima di poppa di sinistra e recupero la relativa trappa, fermando anche la prua. E' fatta, sono le 18 passate quando finisco di regolare le cime d'ormeggio, cazzandole parecchio fin da subito a prua e a poppa. L'ormeggio attuale infatti ci lascia la prua verso terra, da cui in inverno scendono impetuose raffiche di tramontana e grecale. Meglio limitare al massimo i movimenti, per non ritrovarsi la poppa rovinosamete in banchina! Saggia cosa non averlo rimandato al giorno successivo, perchè notte tempo e per tutto l'indomani si alzerà un vento discreto accompagnato da piogge insistenti...

E' un piacere unico, indescrivibile ed impagabile, ritrovarci in cuccetta, al calduccio, sotto questa pioggia battente, a chiacchierare e ripensare con enormi sorrisi a questi bellissimi giorni trascorsi in mare grazie alla nostra barchetta!!! :-D

 

Capt. Simon, Ombretta & Zarina

 

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