Diario dai Fondali...

II Meeting Nazionale di www.pescasubacquea.net

Giovedì 20 Maggio

Il meeting per il sottoscritto sembra iniziare male, anzi malissimo... alle 20:30 di giovedì20 maggio, mi aspetta a Livorno il traghetto Moby per portarmi in Sardegna, ma fin poco prima di mezzogiorno sono ancora preso con gli ultimi inderogabili impegni di lavoro!!! :-(

Carico quindi la station wagon al volo, ma con la certezza della check list, preparata mesi prima, che mi aiuterà a non dimenticare nulla.

Scorre la pianura, gli appennini, Genova, la Liguria di Levante, la Versilia; l'autoradio a palla mi tiene compagnia, il pensiero del meeting e delle persone che finalmente andrò a conoscere (dopo troppo tempo di pura conoscenza virtuale) mi hanno spazzato via ogni tensione, ogni pensiero, ogni preoccupazione. La mente è leggera, l'entusiasmo a mille.

Dormo, più o meno, sul traghetto in un angolino della sala poltrone, con materassino e sacco a pelo. E questo, oltre alla totale assenza di allenamento, si rifletterà pesantemente sulle apnee del giorno successivo...


Venerdì 21 Maggio - mattina

Ultima ciliegina, il traghetto ha un ritardo clamoroso e raggiungo il drappello di "meetomani" al Check point del centro commerciale giusto giusto in tempo.

Non ci credo... ecco davanti a me il Comandante Max!!!!

Sembra una cosa da nulla, ma riuscite a capire cosa vuol dire stringere la mano, quella vera in carne ed ossa, di un amico e collega fino ad un istante prima solo virtuale?!? Qualcuno con cui da oltre un anno (o più?!?) si è condiviso l'impegno e la gioia del forum, dello staff di quella fantastica comunità che è pescasubacquea.net.

Mesi e mesi di discussioni, confronti, pareri, decisioni. Ti immagini la persona, il suo modo di fare, il suo piglio.

E di colpo, scopri che è tutto davvero così... Ritrovi la serietà, il rigore e la schiettezza che ti eri immaginato, che traspariva dal rapporto informatico.
Una stretta di mano che vale oro.

E poi Dario/procidario, e poi ste/stefano, ma ecco Marcoz/Marco eli c'è AlessandroV./Alessandro e poi Andrea, futuro utente...

Che bello, che felicità!

Due acquisti per colazione e pranzi al sacco e via!!!

L'ormai conosciuto pontile di Cugnana (già invaso in occasione del I Meeting 2009) ci attende coi due gommoni BWA pronti ad accogliere a bordo noi, le nostre sovrabbondanti attrezzature e tutto il nostro infinito entusiasmo!!! :-D

Mentre si ripete lento e solenne il rito della vestizione dei pescasub, si chiacchiera del più e del meno, delle rispettive attrezzature, ci cambiamo commenti ed apprezzamenti.

Insomma, cominciamo subito bene… ;-)

 

In effetti, a guardare questi pescasub, in temibili mute mimetiche, le fascine di affilatissime tahitiane, fucili lunghi e lunghissimi, cattivi e cattivissimi, neri e mimetici, sembra di assistere alla preparazione di un drappello di motivatissimi seals, pronti all'incursione.

E l'azione si scatena all'accensione degli Honda 4 tempi, che spingono i due gommoni alla volta di Cala Liscia Ruia.

 

    

 

Un vento più o meno da Nord, ci consiglia di calare l'ancora ridossati dall'ansa Nord della baietta, fantastica, un piccolo angolo caraibico con acqua dai colori indicibili, sfumature paradisiache di tinte turchesi, azzurre e toni che farebbero la gioia di un poeta nel descriverli.

Mentre il secondo gommone da ancora, io intravedo una sagoma scura in superficie! Pesce!!! E pure grosso... esclamo esaltato. No, è un legno... ribatte qualcun'altro. E invece in un attimo la sagoma mostra di muoversi qua e la, lunga, piatta e sottile, scura, a galla. Intravedo un attimo la coda forcuta. E' una bella leccia, probabilmente a caccia di cefali in superficie. Il primo temerario si getta senza piombi col fucilozzo caricato al volo, ma l'acqua non è limpidissima e non gli permette di seguire il pesce, che lentamente, senza troppo timore, zigzagando se ne va per la sua strada. Peccato, avremmo potuto iniziare col botto!

Alla fine, ci ritroviamo a metà giornata ai gommoni, Andrea, Ste ed Alessandro rientrano con un bottino da razzolo di vari pesci da zuppa, in cui Andrea ha fatto la parte del mattatore: perchie, tordi, saragotti e uno scorfanetto.

Io ho prima provato qualche agguato, in bassofondo, attorno agli scogli etti centrali, poi vista l’assenza di prede, ho provato a portarmi all'estremità sud del capo che chiude la baia, oltre gli scogli etti per misurare la scarsità del mio fiato con qualche aspetto dai 10 ai 14 metri. Le uniche due cose che ho trovato sono state l'acqua gelida, identica a quella dell'anno precedente, ma di un mese prima! 16°C, non mezzo grado di più… E poi un'infinità di piccolissime tanute, manco fossero nuvole di castagnole. Solo quelle. Non sparo manco un colpo...


Pomeriggio

Segue un veloce trasferimento agli isolotti dei Poveri, dove pranziamo e ci rilassiamo un pò sul gommone, chacchierando tranquilli e beati, in attesa di promuovere un accenno di digestione.

Poi la voglia di mare prende il sopravvento e via, ci tuffiamo di nuovo in acqua! :-D

Qua i fondali si dimostrano più animati, quantomeno da ammirare: tantissimi saraghetti, pur piccini, tanti tordi e qua e la pure dei grossi marvizzi, col loro rutilare di punteggiature multicolori.  Ne vedo uno enorme, ma non sparo. Dentro di me spero in un incontro di ben altro tipo e gioco il tutto per tutto lasciando il marvizzone al suo destino.

Cerco la preda di spicco, agguatando, mi muovo piano, pianissimo, faccio del mio meglio, ma nulla... solo allo scavalcare di una cresta per affacciarmi su un canalone... eccolo! Un bello schienotto scuro! Un bel sarago, finalmente di buona taglia.
E' sotto di me, non mi ha ne visto ne sentito.
Sta li tranquillo, bruca. Io nel frattempo, in un istante mi impongo di evitare la mia solita azione lenta, la mira lentissima, collimando pian piano. No, questa volta voglio a tirare veloce, quasi d’imbracciata. Ovviamente il pensiero è veloce, l’azione pure, il grilletto dell’ultrasensibile sgancio C4 non si fa pregare nel far partire un tiro fulmineo al solo sfiorarlo, ma “ovviamente” il risultato non può che essere… un padellone!

Vabbè, chi non risica non rosica! Non sarei nemmeno tanto arrabbiato, se non fosse che… =:-O ho fatto partire il tiro davvero d’istinto, contro ogni mia abitudine, il sarago era a brucare sotto di me, sotto di lui c’era il duro granito sardo e il caro Mr. 104, pur se monoelastico, non è affatto carente di potenza. Morale, la preziosa Sigal Evolution è ora caparbiamente impiantata nella roccia!!! :-(

Mentre scendo ad estrarla, a due mani, mi pare di esser un marino Re Artù… Guardo con strazio la punta, rotta negli ultimi 2-3 mm… Mi consola solo sapere che la Check List, maniacalmente preparata con ampio anticipo, prevedeva anche San Leaderman, con la sua ottima lima doppia, da sgrosso e di finitura, capace di mordere e rifinire anche l’acciaio più temprato.

Decido quindi di cambiare tattica proseguendo con gli aspetti e con la punta…. spuntata. Nel bassofondo nulla, sui 10 metri nulla, provo quindi ad appostarmi sugli 8 metri, nulla, quindi sui 10-11, niente.

L’unico accenno degno di attenzione è stata la mangianza di castagnole, nervosa e spaventata, dai movimenti repentini e a scatti, appiattita sul fondo. Scoprirò poi che li vicino Max ha avvistato e per poco mancato, un barracuda…

Poco dopo, in un aspetto in acque più basse, mi spunta dritto davanti al fucile un tordone… vai via da li! penso tra me, visto che non mi esalterebbe troppo la sua cattura, avendo ancora la malcelata speranza di poter incrociare qualche saragotto o magari uno dei pesci che poco prima rendeva così nervosa la mangianza. vattene, che è meglio per te! Niente da fare, lui se ne sta ad ondeggiare, spostarsi un poco, rivoltarsi, sempre davanti a me. Ad un certo punto penso al pesce da zuppa già catturato: e che diamine, ci starebbe bene nell’insieme, se zuppa dev’essere, che sia abbondante! Ritorno alle mie più collaudate abitudini: mira precisa, allineamento di fino, giusto sulla capoccia del tordo che nel frattempo si è messo perfettamente di fronte, di taglio e con la sua sagoma sottile non mi rende le cose facilissime. Vero, non è un tiro lontano, ma nemmeno in punta all’asta, ci provo lo stesso! E in un istante l’asta spazza via il pesce, infilandolo alla perfezione dal labbro superiore a dietro la testa…. Questo pezzo di carbonio, sui tiri piazzati ogni volta riesce a sbalordirmi con una precisione sconcertante!!!

Ad un certo punto le gambe si fanno un po’ legnose e la stanchezza finora accumulata bussa prepotente suggerendomi prudenzialmente di tornare al gommone.

Pian piano tutti i pescasub rientrano alla base, al centro degli isolotti. Ci cambiamo, chiacchieriamo un po’ e poi nell’ora migliore per navigare, quando il sole non è più violento ma riempie il paesaggio di toni caldi e ramati, col vento che nel frattempo si è ridotto a flebile brezza, rientriamo al pontile di Cugnana.

Andrea prova a timonare il gommone, con ottimi risultati, intravedo nel suo sguardo tutta la felicità che mare, pesca e barca possono trasmettere ad un appassionato.

 

Sera

Per oggi non abbiamo programmato cene “sociali” anche perché intuiamo che i ragazzi al residence hanno già programmi con le rispettive fidanzate…

Quindi dopo aver radunato armi e bagagli, ci salutiamo e ci diamo appuntamento per l’indomani, alle 8:00 al pontile, dove dovrebbe raggiungerci col proprio gommone pure Dentex70/Sergio, in compagnia di doddo-sassari/Domenico e danieled/Daniele.

Ora posso finalmente prender possesso della stanza, una doccia fantastica mi rilassa a dovere, dopo di che assieme a Max e Dario raggiungiamo un ristorantino a due passi dall’albergo Mare Blue, per una gustosa ma non troppo abbondante cena, seguita rapidamente da un profondo sonno ristoratore: domani dobbiamo esser il più possibile in forma! ;-)

 

Sabato 22 Maggio - mattina

Dopo un’indispensabile colazione in albergo, che mi fa accumulare qualche minuto di ritardo, raggiungiamo il pontile: son preoccupato, temo che Sergio sia già arrivato, patendo la nostra attesa. Ma per fortuna, sul punto di incontro scopriamo di non esser stati gli ultimi.

Attendendo l’arrivo dei nuovi compagni di avventure e il varo delloro gommone, ne approfittiamo per la rituale foto di gruppo:

 

 

Oggi prenderemo un solo gommone a noleggio. Andrea infatti non farà parte del gruppo pesca e potremo contare sull’appoggio del mezzo di Sergio che ci raggiunge con Domenico ma purtroppo senza la compagnia di danieled, bloccato da un incidente del figlio.

Guidati quindi dal mitico "Dentex70", che dimostrerà un ottimo fiuto, lasciamo il campo nord delle escursioni e puntiamo su una zona consigliataci anche dal nostro Admin Ryo: viriamo ad Est, passiamo il golfo di Marinella e cominciamo a sondare le dorsali granitiche che lasciano perpendicolarmente la costa tra Punta del Mortale e Punta d’India.

A parte la solita acqua fredda, notiamo subito come il fondale sia estremamente interessante! Creste e canali di granito, forse con poche tane e franate, ma alternate alla base a bei ciuffi di posidonia. Ancor prima di ventilare, intravedo correre sul fondo un bel barracuda, lungo, affilato e marrone… troppo fondo per pensare di tendergli un aspetto, così senza preparazione.

Ci tuffiamo dai rispettivi gommoni, allargandoci a raggiera. Io mi dedico subito a brevi agguati alternati a qualche aspetto. Il fiato è ancora corto, maledizione! Ma il fondale granitico è splendido… sfilano tanti saraghi, ma di dimensioni neonatali. Incrocio ancora un bel marvizzone e qualche grosso tordo pavone, ma stavolta non ci penso nemmeno a sparargli! Cerco di stare tra i 10 e i 12 metri, per riprendere un minimo di confidenza con quella che in estate è la mia profondità ideale. L’autonomia è ridicola, anche considerando che per mia natura, scendo e risalgo con molta calma e non forzo mai nessuna apnea. I tempi utili di pesca son quindi ridotti, ma poco male, per ora mi interessa riprendere contatto col mare, apprezzare le discese, le apnee, quasi più della pesca in se, considerando poi che il periodo si sta dimostrando avaro e l’ora non è certo l’ideale.

Incrocio Sergio che si sta allargando, seguendo discese un po’ più fonde. Nessuna preda anche per lui. Poi mi si affianca Max, lo seguo con lo sguardo, mentre sparisce sul fondo. Si, perché la visibilità non è eccelsa e oltre i 10-12 mt si perdono i dettagli del fondo. Mi dedico quindi a qualche discesa sul filo dei 15 mt, ancora per esercitarmi nella lenta pinneggiata e planata in discesa, per riprendere l’abitudine all ’apnea. Scendo bene, in acqua sto bene, mi rilasso, ma comincio a sentire ancora un po’ di stanchezza alle gambe e il fiato è cortissimo. La mancanza di allenamento fisico è penosa… Ok, nessuna forzatura, rientriamo sul gommone.

In poco tempo siamo tutti a bordo e si decide per proseguire lungo costa, in direzione di Capo Figari.

Sergio guida il drappello e appena nota una franata di massi che prosegue sott’acqua, decide di fermarsi. Diamo ancora, dal gommone di Max si son già tutti immersi, quando a fianco al nostro emerge un pescasub: ecco Mosgi/Giuseppe!!! Saluti di rito, mentre lui ci spiega che in quella zona di pesce non ne gira tantissimo. Al cavetto un’orata e un bel polpo, ma ci racconta di una precedente miglior pescata oltre il capo… contemporaneamente ci indica sul suo gommone poco lontano, la sagoma di Sommozziello/ Aldo, che in breve ci raggiungerà, legando il mezzo al gommone di Sergio.

Io intanto mi tuffo e comincio a perlustrare franata e massi: solito esito… numerosi saraghetti infanti, spesso fasciati, qualche salpa, stavolta pure pochi tordi… noto comunque la bellezza del fondale, con spugne colorate che incrostano gli angoli più riparati delle rocce, uniti a numerosi, piccoli ma elegantissimi spirografi. Provo anche a buttar l’occhio tra qualche spacco verticale, sotto qualche fenditura a tettoia, ma la pesca in tana proprio non fa per me, non so nemmeno da che parte iniziare!

Ad un certo punto, sono attratto da una grossa cavità, ampia e profonda, sotto un enorme massone. Immagino che come tana da pesca nulla possa valere, ma qualcosa mi dice di darci comunque una controllatina… scendo ben davanti e di lato all’imboccatura e poi, strisciando tra i massi, per celarmi il più possibile, ci arrivo proprio sotto. L’occhio si abitua rapidamente al buio e all’interno noto dei fantastici Anthias, che ogni volta mi risvegliano l’illusione di stare in un mare tropicale. Le solite spugne incrostanti rosse ed arancioni alle pareti, una lama di luce passante dal retro e poi… un pesciotto in fondo. Un bel tordo, grosso, grasso… troppo grasso… striscio piano, avvicinandomi ulteriormente. Il pesce rimane frontale, alterna un lento ondeggiare delle pinne pettorali, mi fissa. Lo vedo bene, ora distinguo perfettamente le numerose chiazze dorate, sfrangiate, sul corpo. No! Non è un tordo, è così cicciotto, perché è una cerniotta, piccola, ma cernia. Troppo piccola per avere la pur minima intenzione di sparare, troppo bella epr non rimanere li ad ammirarla, finché il fiato me lo consente.

Cavoli, ora che ci penso, non ho ancora fatto un solo filmato subacqueo! Ombretta, la paziente consorte, mi ha lasciato la sua fotocamera compatta Coolpix con scafandro subacqueo e io non l’ho ancora provata… è il momento, decido di rientrare al gommone, lasciare l’arbalete e impugnare la cam in modalità video. Lungo il tragitto incrocio un pezzo di vecchia rete abbandonata,c eh da un lato abbraccia mortalmente due massi, dall’altro si innalza verso la mezz’acqua. Che scempio per l’amato mare…

Provo un ultimo tuffo su un insieme di massi che mi ispira particolarmente, attorno ai 10 mt. Scendo lento, giro attorno ad un paio di ostacoli, controllo sotto una fenditura, non ci trovo nulla e risalgo piano. Nessuna fretta, son rilassato, ma all’improvviso, giusto poco prima di emergere, avverto un rumoraccio di risucchio dall’orecchio destro, con relativa sensazione di mancata compensazione, ma inversa. Quasi istantaneamente, al rumore e al fastidio, segue una forte dolore! Mi accartoccio ed istintivamente rallento la risalita fino quasi a fermarmi, due forti rumori all’orecchio uniti ad un tentativo istintivo di deglutizione ed ecco che l’orecchio sembra sbloccarsi, mentre pian piano posso riemergere senza ulteriori dolori… non ho dubbi sull’accaduto: blocco inverso! Qualcosa è andato storto all’interno della tuba di Eustachio, risalendo non è avvenuta fino in fondo la completa ricompensazione automatica che normalmente smaltisce la sovrapressione interna che il sub genera con la compensazione in discesa. Risalendo la pressione esterna cala rapidamente e se quella interna non si smaltisce di pari passo attraverso i condotti, il timpano rischia di esplodere, letteralmente. Purtroppo, al contrario della compensazione in discesa che è volontaria, quella in risalita avviene in automatico, non è comandata dal sub. E ancor peggio, se per qualche motivo non riusciamo a compensare in discesa, banalmente basta interrompere il tuffo e risalire, per non riportare alcun danno. In risalita invece non si hanno alternative, dobbiamo emergere, dobbiamo respirare!!! Per fortuna, non avendo forzato l’apnea, ho avuto modo di rallentare molto la risalita, riuscendo a deglutire istintivamente (caso vuole sia la manovra corretta per cercar di far rientrare un blocco inverso al timpano). Ora ho un senso di indolenzimento all’orecchio, ma nessun dolore. L’udito è regolare, nessun fischio. Non so cosa pensare… mi lascia perplesso la rapidità dell’evento, senza segni premonitori, mentre in discesa riuscivo a compensare senza alcuna fatica,anzi, molto più facilmente che in tante altre uscite in mare.

Sono sconcertato, incavolato nero, so che questo incidente, sempre che non abbia conseguenze peggiori, può aver messo fine alle mie immersioni per questo meeting!

Son talmente abbattuto che rientrando, incrocio un sub con una cernia in asta… mi chiede se a mio giudizio è di misura. Controllo col riferimento del mio avambraccio, che so esser 45 cm da gomito a nocche. La cernia supera bene questa misura. Bellissima, nei suoi splendidi colori e per me, pienamente in misura, Rassicuro il pescatore che… è Dario, da notare con muta mimetica nera e verde e accento campano. Io son talmente in palla per il mio problema che, non so perchè, lo scambio per Domenico, muta nera nera ed accento sassarese… mi chiedo tutt’ora come ho fatto a confonderli.

 

 

Arrivo al gommone, lascio il fucile e creo un po’ di schiuma con l’acqua di mare, inalandola profondamente. Lavo quindi narici e cavità nasali il meglio possibile sperando di rimuovere eventuali ostruzioni di muco. Decido di fermare qua la mia pescata, slaccio la cintura e salgo sul gommone, parlando dell’accaduto con Aldo e Giuseppe. Sono depresso, sconcertato…

Nel frattempo rientra al gommone Sergio, che nota come l’ancora abbia spedato. La mancanza di vento non ha creato problemi, ma il gommone si sta lentamente spostando… a questo punto, il mitico Dentex70 da prova di fiato, fisico e preparazione notevoli, trainandosi a pinne due gommoni con relativo carico, tenendo nel frattempo sollevata dal fondo tutta la linea d’ancoraggio!!!! Riporta il gommone su iuna batimetrica adatta e lo riancora come si deve. Credo che in molti saremmo stati sfiancati completamente da una simile faticaccia, lui invece mi segnala di aver individuato una tana di corvine, mi fa cenno di seguirlo, riprende a pinneggiare e si tuffa come niente fosse… c’è anche Max, io seguo il tutto dalla superficie, non voglio forza rel’orecchio. Le corvine si intaneranno sena concedere possibilità di tiro a Max, Sergio prosegue alla ricerca di nuove tane, io faccio un tentativo di tuffo, con la massima tranquillità e controllo per capire se il problema persiste. Scendo a 4 metri, staziono un po’ e risalgo, pianissimo. Tutto ok!!! Riprovo, scendendo a 10 mt, senza problemi, compenso piano e delicatamente, poi risalgo piano. tutto ok, quasi non ci credo… ma a circa 2 mt dalla superficie ecco ancora il blocco!!! Rumori, fastidi, ma ora so cosa fare, mi fermo, muovo la mandibola, deglutisco e riesco a sbloccare subito l’ostruzione risalendo. E’ comunque la triste conferma: per me il meeting sott’acqua FINISCE QUA…

Depressione apneistica…

Intanto è l’ora del pranzo… il gommone di Max recupera Ste da uno scoglio, unico luogo utile per lenire il suo mal di mare. Ci trasferiamo quindi tutti quanti in una adiacente spiaggetta, dove ci dedichiamo al pranzo. Io recuperi i panini, splendidamente preparati da Ste ed Ale che avevano custodito dalla sera prima le mie spianatine, formaggio ed affettato. Questa si che è cortesia!!! :-D

Intanto Aldo si dedica alla pulizia del pescato della premiata ditta Mosgi/Sommozziello dandoci modo di ammirare le numerose prede: celafi, saraghi, orate e uno splendido sparide di diversi kg, identificato da me per pagro, da tutti gli altri per dentice… poco male, pesce bellissimo che rende onore all’abilità del pescatore!

Solito ameno chiacchierare, seguito dalla vestizione dei pescatori, da cui sono escuso. Un misto di masochismo e voglia di gdere un po’ di queste acque, mi fa stare a gambe in acqua, con 16°C di gelo marino, come niente fosse. Anzi, risalendo sul gommone, un’onda malandrina mi sbilancia, mi fa bagnare parecchio e per reazione io mi butto completamente in mare, per un bagno estemporaneo e liberatorio. Come si direbbe dalle mie parti: Ma va a der via i ciapp!!!!

Salutiamo Giuseppe ed Aldo e ci avviamo verso al meta pomeridiana. La trasferta attorno a Capo Figari ci lascia attoniti ad ammirare le imponenti pareti che vertiginosamente si tuffano in mare. Il lato ormai in ombra, più orientale, incute ancor più un senso di imponente maestosità.

 

Pomeriggio

La pescata pomeridiana sarà a Cala Greca. Io mi arrostisco in gommone, mentre il resto della truppa esplora i fondali.

 

 

Purtroppo non si ripete l’exploit di Dario e la sua cernia rimarrà la preda più notevole di tutto il meeting. Piacevolissimo il rientro in gommone tardo pomeridiano, con sosta lampo alla spiaggetta del pranzo, per recuperare l’orologio di Domenico, inavvertitamente abbandonato come futuro regalo a chissà quale turista. No problem, doddo lo ritrova esattamente dove l’aveva lasciato.

Giunti al pontile, è con un certo dispiacere che dobbiamo salutare Sergio e Domenico che purtroppo non potranno unirsi a noi per la cena…

Raccogliamo da Alessandro, l’addetto ai gommoni del pontile di Cugnana, un suggerimento per il ristorante che ci organizzerà la cena clou del meeting: ci rechiamo da “Porta Smeralda” dove il cuoco acconsente senza indugio a cucinarci il pescato! Fantastico! Doccia veloce in Hotel e poi di nuovo al ristorante, dove ci aspettano anche Andrea e la sua ragazza, assieme alla ragazza di Alessandro, pronti ad unirsi in un’allegrissima tavolata!

 

VIDEO PRIMA PARTE - di Alessandro.V

 

Sera

E’ la sera della partita dell’Inter, io stesso sarei pure interista, ma son sincero, ora conta solo una cosa: esser qua, al tavolo assieme a questi ragazzi, a questi colleghi di pesca, colleghi di passione, colleghi amanti del mare!!! Gente che ha creduto fino in fondo all’essenza e alla riuscita di questo meeting, con cui in questi giorni siamo riusciti ad intenderci a meraviglia, coordinandoci alla perfezione, senza intoppi. Un meeting vissuto fianco a fianco, condividendone ogni istante. Davvero bellissimo!

 

 

In questi momenti capisci perché vale la pena ad impegnarsi partecipando alla vita di un forum, per quanto poco si può e per quanto poco si riesca.
E veder servire in tavola due abbondanti e splendidi vassoi di profumatissimi e saporitissimi spaghetti conditi col sugo di cernia, la cernia di Dario, la “nostra” cernia… davvero, NON HA PREZZO!!!

A seguire, altri due abbondanti vassoi di pesce in umido, sempre pescato del meeting, sapientemente arricchito dal cuoco con scampi, gamberi, cozze e totanetti.

 

 

Quindi un bel vassoio di saragotti fritti, serviti su letto di pane carasau.

Inutile dire che tanto pesce è stato ben bagnato con due sapide bottiglie di Vermentino di Gallura. Non vi dico l’effetto calorifico di un bianco da 13,5 gradi, bevuto in quantità, unito alla semi-ustione del viso dovuta al pomeriggio trascorso SUL gommone e NON sott’acqua…

Il dolce, panna cotta quasi all’unanimità, è stato invece accompagnato da mirto a volontà, davvero a volontà… e per di più particolarmente pregevole, anche a detta dei più critici Ste e Marcoz.

 

La chiusura ufficiale del II Meeting nazionale di www.pescasubacquea.net è avvenuta in pratica con la foto di rito, fuori dal locale… la promessa è una sola: ci rivedremo quanto meno l’anno prossimo al III MEETING!!! Strette di mano, baci, abbracci, sorrisi felicissimi e, sono sincero, anche emozione...

 

 

Da destra: Max, un ustionato Capitan Simon, Alessandro V., Marcoz, Ste, Andrea, Procidario

 

Da tutti, lasciandoci, si alza un invito, un cosiglio, un coro: MARCO; RIPENSACIIIII!!!!!! :O) :-D ;-) ;-p

 

VIDEO SECONDA PARTE - di Alessandro.V

 

 

Domenica 23 Maggio

Aggiungo due note sulla domenica, anche se ho già salutato Max e Dario in albergo la sera prima, loro al mio risveglio son già partiti per il rientro. Io invece ho ancora un giorno da trascorrere in terra sarda. Purtroppo all’asciutto, anche se avrei pagato oro per raggiungere Sergio e Daniele sott’acqua!

Invece, indossata la tuta e non la muta, raggiungo Porto Torres per passare una giornata splendida, durante la quale Sergio mi fa da Anfitrione, ospitandomi per una gustosissima grigliata a base di salsiccia e pancetta fresca, per poi portarmi assieme a Daniele, a rimirare i punti più incantevoli di una costa fortunatamente ancora in grado di regalare tratti selvaggi, scevri da edilizia selvaggia, in cui si respira tutta la potenza che il mare sferzato dal maestrale può esprimere appieno.

    

 

Spero davvero che le amministrazioni locali si rendano conto che hanno a disposizione una sola possibilità: tutelare ciò che altrove è stato distrutto, svenduto, martoriato. In caso contrario non ci sarà appello, saranno gioielli persi per sempre. Certo, vedere a Capo Caccia, sotto un enorme cartello “AREA MARINA PROTETTA” tutto un proliferare di segnali di nasse e reti, assurdamente numerosi, tanto a levante quanto a ponente, non lascia molto ben presagire...

Noi pescasub però abbiamo un dovere: conosciamo il mare, lo conosciamo da vicino, da “dentro” conosciamo i suoi veri mali e i suoi veri aguzzini, noi tutti, in primis i più giovani, abbiamo il diritto ed il dovere di rispettarlo, e additare, denunciare appena è possibile ogni forma di violenza che gli viene fatta. Perché la pescasub possa esser la passione anche dei nostri figli.

Dopo due birre bevute assieme, lascio gli amici di Porto Torres con un "arrivederci", certo di aver conosciuto persone splendide, vere e sincere, di quelle persone che rendono unica e mitica l'ospitalità sarda. Spero di reincontrarli al più presto, già in occasione delle prossime ferie estive se Eolo e Poseidone vorranno.

Ma l'arrivederci è per tutti, in occasione del prossimo III imperdibile Meeting di di www.pescasubacquea.net, prossimamente su questi schermi!!! :-D
 

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